Dopo anni di silenzio e incomunicabilità due amici si ritrovano. È la storia dell’opera prima di Simone Catania, Drive me home, in uscita nelle sale il 26 settembre, che vede protagonisti Marco D’Amore e Vinicio Marchioni.

“Questo film è nato nella mia testa molti anni fa durante un’esperienza che feci in Inghilterra. Volevo raccontare il sentimento di un italiano all’estero”, dice il regista che, prima di iniziare a girare, ha passato quattro settimane in viaggio sulla strada per cercare di capire il mondo dei camionisti (D’Amore interpreta qui un autotrasportatore).

“Un film europeo" aggiunge Vinicio Marchioni, "che parla a tutte le persone che vanno via dal proprio paese e riflette su quello che significa avere un’identità e questa non può essere circoscritta ad un solo posto". E aggiunge: "La casa è un luogo mentale: può essere un camion, una persona, un ristorantino a Bruxelles. Può essere quella da cui vai via, ma anche quella dove vuoi andare”.

Al centro di questo film on the road c’è anche il tema delle radici e delle proprie origini. Antonio (Marchioni), cresciuto in un piccolo paesino della Sicilia insieme al suo amico d’infanzia Agostino (D’Amore), dopo trent’anni scopre che la sua casa natia sta per essere venduta all’asta e così decide di riprendere i contatti con lui.

“Si parla di due persone che sono cresciute insieme e che non si parlano più da molti anni”, dice Marco D’Amore, che poi sottolinea: “È un viaggio fatto di sogni e desideri. Un viaggio che è stato anche molto faticoso perché fatto con pochissimi soldi, cosa che restituisce all’avventura una grande poesia”.

Prodotto da Inthelfilm e Indyca, questo film costato 850mila euro parlando di due giovani emigranti, insoddisfatti del posto in cui sono nati e cresciuti che hanno scelto di vivere altrove, e di un camionista che porta dei beni da un paese all’altro, affronta indirettamente anche il tema dell’Europa.

“L’Europa è giovane, anche se è il continente più vecchio che abbiamo" spiega Simone Catania. "Ora c’è crisi e la crisi economica mette in difficoltà anche l’identità europea, cosa di cui il continente ha bisogno. Ho cercato di raccogliere questo sentimento attraverso la storia di due ragazzi trentenni”.

E sul momento attuale Marchioni replica: “Bisogna parlare delle cose belle, non alimentare l’odio. Facendo l’attore giro molto e, da nord a sud, mi sono reso conto che ci sono persone straordinarie, pronte a dare ospitalità. C’è una grande differenza tra quello che arriva attraverso i social e la realtà”.

Infine, D’Amore conclude: “Da turista mi ha sorpreso che il nostro sia un paese fondato sulla diversità, è una cosa meravigliosa. L’immigrazione non è il problema principale del nostro paese, semmai lo sono le mafie”.

Drive me home uscirà distribuito da Europictures e Indyca contemporaneamente sia in prima che in seconda visione e anche tramite theatre on demand.