“E’ partito come un teen drama, ma poi è diventato qualcosa di molto melò”. Stiamo parlando di Sulla stessa onda, l’opera prima di Massimiliano Camaiti, su Netflix dal 25 marzo, che affronta il tema dell’amore, ma anche della malattia: la distrofia muscolare. Protagonisti sono Sara (Elvira Camarrone) e Lorenzo (Christian Roberto): due giovani che s’innamorano sull’Isola di Favignana durante un corso di vela. Un amore estivo destinato ben presto a non essere più tanto spensierato perché la ragazza è gravemente malata. Nel cast anche Donatella Finocchiaro nel ruolo della mamma di Sara.

Tanti i film di questo genere,  che vengono soprattutto dall’estero, uno su tutti: Colpa delle stelle. Sul mercato italiano invece, a parte il recente Sul più bello, sono praticamente assenti. Da cosa nasce la voglia di affrontare un teen drama? “Il mondo giovanile legato alla tragedia mi è sempre interessato per via di un fatto personale, che però non voglio raccontare- dice il regista-. Un giorno ho avuto il coraggio di scrivere alcune pagine e di farle vedere alla produttrice Olivia Musini che aveva già lavorato con Netflix per Sulla mia pelle. Nella storia c’è questo destino crudele che incombe, ma ho evitato di trattarlo con patetismo e mi sono concentrato più sulla storia d’amore che sulla malattia”.

E poi continua: “Sulla distrofia muscolare ho letto molto e ho cercato di avere il massimo rispetto nei confronti di chi è affetto da questa malattia. Sono andato al centro di distrofia muscolare a Roma e a Palermo, poi ho portato Elvira e Christian lì con me. Abbiamo conosciuto tanti ragazzi. E’ stato commovente sentire un ragazzo che ci ha raccontato l’ultimo giorno in cui camminava. Ci ha detto che ci ha messo trenta minuti prima di chiamare i suoi genitori perché non voleva arrendersi.  Ho tentato di dare una chiave positiva di lettura a tutte le sofferenze di Sara all’interno del film. Lei quando cade si rialza. Si va a cercare le gioie, la regata e l’amore in quel lasso di tempo che le rimane da vivere”.

Anche i due giovani attori Elvira e Christian sono rimasti molto colpiti dagli incontri con queste persone. “Sono stati scambi fondamentali per poi riuscire a interpretare il ruolo della protagonista- dice Elvira-. Sara è una ragazza forte e determinata, che cade e si rialza sempre con il sorriso, consapevole del fatto che nessuno si salva da solo. Lei è spinta dall’amore. E’ bello vedere che l’amore può riuscire a superare qualsiasi ostacolo, un messaggio oggi ancora più importante di prima”.

E Christian aggiunge: “Sono persone che ci hanno dato coraggio e voglia di vivere. Oggi, come nel film, siamo in un periodo in cui la felicità dobbiamo andarla a cercare perché non ci bussa alla porta. L’unico cattivo del film è la malattia e in questo periodo il cattivo è il Coronavirus”.

Infine conclude Donatella Finocchiaro: “L’amore è l’antidoto alla malattia, al dolore e alla sofferenza. Questo è un messaggio universale. E’ un film coraggioso che parla di malattia. E’ anche necessario nel panorama del cinema italiano. E’ un dovere sociale per aiutare il prossimo e  i ragazzi e le famiglie che ogni giorno si trovano a combattere con questo problema”.