Un film costruito come "un thriller dell'anima", che gioca sul tema del doppio e racconta una storia di redenzione. E' Cuore sacro, il nuovo e atteso film di Ferzan Ozpetek, che si gira in questi giorni a Cinecittà, nel mitico Teatro 5 di Federico Fellini. Prodotto da Tilde Corsi e Gianni Romoli (che firma anche la sceneggiatura insieme al regista), per un costo di 6 milioni di euro, Cuore sacro uscirà nelle sale il 25 febbraio distribuito dalla Medusa. Protagoniste Barbora Bobulova, subentrata nel progetto dopo la defezione di Valeria Golino, e Lisa Gastoni, che torna al cinema dopo 25 anni di assenza. Al fianco delle due attrici anche Andrea Di Stefano e Massimo Poggio. "Nonostante il titolo non è un film che parla di religione, ma della sacralità che è in tutti noi, della tensione trascendente che è propria dell'uomo" dice Ozpetek, in un momento di pausa sul set. Il film racconta la storia "di un cambiamento profondo - dice il regista - un viaggio che inizia quando la protagonista, Irene (Bobulova, n.d.r.), rientra dopo 30 anni nel palazzetto in cui ha vissuto la sua infanzia". Qui viene a conoscenza di un mondo, quello della madre morta in circostanze misteriose quando lei era ancora una bambina, di cui ignorava totalmente l'esistenza. Un mondo "che è l'opposto di quello in cui vive - spiega la Bobulova - dominato dalla sete di denaro e in cui sentimenti e debolezze non devono essere mostrati". Figlia di un ricco imprenditore immobiliare, Irene ha ereditato dal padre il comando dell'azienda di famiglia e con lo stesso piglio del genitore l'amministra aiutata dalla zia Eleonora (Gastoni), che su di lei ha riposto tutte le sue speranze: "Un personaggio spietato e crudele - spiega la Gastoni - che non ha sentimenti, è intransigente e insofferente di fronte alle fragilità altrui ed è disposta a tutto pur di ottenere ciò che vuole". Cuore sacro si sviluppa tutto sulla contrapposizione "tra eredità materna e paterna e sul contrasto tra morale e materiale, anima e corpo" continua Ozpetek. Della trama non aggiunge altro, ma "sarà un film pieno di colpi di scena" assicura Romoli, nel quale "in controtendenza con il mondo attuale, le religioni troveranno un punto d'incontro" aggiunge il regista. A fare da sfondo alla vicenda privata della protagonista, l'Italia di oggi, "quella fatta di gente che con l'avvento dell'euro fatica ad arrivare a fine mese, persone come noi costrette a fare le code con i barboni a piazza Sant'Egidio per avere qualcosa da mangiare. Ma - chiarisce - non sarà un film sociale né politico sebbene per certi aspetti possa sembrarlo". Non è un caso che l'ambientazione del film sia stata spostata da Napoli, scelta inizialmente come location unica da Ozpetek, a Milano (alcune scene sono state girate alla Bicocca della Pirelli) e a Roma (tra il Rione Monti e gli studi di Cinecittà). Degno di lode il lavoro fatto dallo scenografo Andrea Crisanti che, nel teatro felliniano, ha ricostruito l'interno dell'antico palazzo Rivaldi, una struttura in via del Colosseo, oggi in parte inagibile e in attesa di essere acquistata e restaurata, che si sviluppa su tre piani con ampi saloni, camere riccamente affrescate e al centro una grande scalinata. Le riprese termineranno a metà dicembre, ma Ozpetek è già al lavoro sul montaggio.