Il maghetto strega la critica. Harry Potter e il calice di fuoco, il quarto capitolo della saga che uscirà in Italia il 25 novembre, convince la stampa Usa e viene promosso a migliore episodio finora mai realizzato. Variety e Hollywood Reporter, le due più illustri testate di settore, esaltano all'unanimità i toni dark della vicenda, la maturazione attoriale del giovane protagonista e soprattutto la regia dell'inglese Mike Newell. "Gestisce ottimamente gli snodi narrativi - scrive Todd McCarthy per Variety - assicurando al film una tensione senza cedimenti. Newell ricerca la genuinità delle emozioni in un materiale che, fino a questo momento, era stato impiegato esclusivamente per mettere in scena magie e trame fantastiche". Più misurato, l'Hollywood Reporter giudica il regista "all'altezza dei suoi predecessori", riconoscendo però come abbia garantito al film un tono "molto più intimista dei precedenti". In questo quarto episodio, in uscita negli Stati Uniti con un sorprendente divieto ai minori di 13 anni, Harry Potter se la vedrà non soltanto con i primi amori, ma anche con la Coppa del Mondo di Quidditch. Per la prima volta, la trama si tinge inoltre di nero, con la morte che si affaccia nella vicenda. Ottime, secondo il critico dell'Hollywood Reporter Kirk Honeycutt, le "scenografie cupe e fotografia talvolta addirittura sinistra", realizzate per l'occasione da Stuart Craig e Roger Pratt. Sempre lui, esalta poi il commento musicale: "Patrick Doyle - scrive - dona al film la migliore colonna sonora di tutta la serie, contaminando ricchi motivi sinfonici con accompagnamenti pop che ci riportano all'atmosfera fantastica della vicenda". Variety applaude poi "l'interpretazione articolata e ricca di sfumature" del giovane Daniel Radcliffe che, per la prima volta, "suggerisce che in lui possa esserci davvero un attore".
Più tiepidi sono invece i giudizi di parte della stampa non specializzata. Il Times, in particolare, manifesta qualche perplessità sul suo sito web: "Harry Potter e il calice di fuoco - è il commento di James Cristopher - manca sia della singolarità che aveva conferito Alfonso Cuaron al terzo episodio, sia dell'impronta infantile che contraddistingueva i primi due diretti da Chris Columbus". "Il film - sostiene poi Keily Oakes della BBC - delizierà i fan di Harry Potter ma, come gli ultimi libri della serie, risulta troppo complesso per spettatori che non abbiano seguito i precedenti episodi".