“Ho ideato questo premio perché non voglio che Pasquale Squitieri venga dimenticato”. Ad annunciarlo è sua moglie ovvero l’attrice e cantante Ottavia Fusco nel giorno in cui si commemora il terzo anniversario della scomparsa del cineasta.

Regista, sceneggiatore e politico italiano, originario del popolare rione Sanità di Napoli, Squitieri si occupò soprattutto di raccontare tematiche attuali e poco narrate dalla società italiana dell’epoca.

Difficile comunque definirlo, insofferente come era di ogni etichetta, fondamentalmente “un uomo dallo spirito libero e impetuoso”, così come il suo cinema non facilmente classificabile, ma sicuramente “storico e di denuncia e manifesto di anticonformismo”. Alcuni titoli: Io e Dio (1969), L’ambizioso (1975), Corleone (1978), Atto di dolore (1990), Li chiamarono…briganti! (1999).

Il premio, che si chiama non a caso “Il piacere della libertà”, sarà attribuito ad un’opera già realizzata che meglio rappresenti “originalità, libertà di pensiero, coraggio delle opinioni”.

Sarà proposta una rosa di dieci opere per ogni categoria: miglior film, regista, opera prima, docu-fiction, corto inedito e regista di corto inedito. Le opere saranno votate da una giuria, presieduta da Ricky Tognazzi e costituita da nomi del mondo dello spettacolo: Simona Izzo, Barbara Alberti, Vittorio Cecchi Gori, Pippo Baudo, Enrico Lo Verso, Valerio Caprara e altri ancora.

La cerimonia di premiazione si svolgerà a Roma il 27 novembre, altra data importante, in cui si celebra la nascita del maestro, e sarà una serata ricca di spettacolo. Ancora da decidere se la location sarà Cinecittà o la Casa del Cinema.

Incerta anche la partecipazione all’evento di Claudia Cardinale, legata sentimentalmente a Squitieri negli anni settanta: “L’ho avvertita con una mail, così come ho avvisato i figli di Pasquale, sarò felice se lei vorrà partecipare e sarà al mio fianco. Ora la decisione sta a lei”.

La storia di Squitieri è piuttosto complessa e sfaccettata. Condannato per peculato risalente agli anni sessanta, quando lavorava in banca per colpa di un assegno falso. Poi graziato da Sandro Pertini. Eletto senatore nelle liste di Alleanza Nazionale nel 1994. Prima di sinistra, poi craxiano infine finiano.

“Aveva sessantotto anni quando venne a mancare. Aveva vinto un cancro al polmone, ma morì per via delle conseguenze di un incidente che aveva fatto un anno prima. Dopo essere stato eletto senatore, gli sospesero il vitalizio ingiustamente nel 2015 e poi gli tolsero anche l’assistenza sanitaria. Vendemmo tutto quello che avevamo per dargli delle cure dignitose. Ci aiutarono i miei genitori e Claudia Cardinale”, ricorda Ottavia Fusco.

Infine conclude: “Mi ha fatto crescere immensamente. Mi chiamava il mio idiota prodigio. Mi faceva ridere tanto, scherzavamo e litigavamo. Lo porterò per sempre con me facendo rivivere la sua grande personalità”.