Nessun pericolo in arrivo dal decreto del governo per la spending review per le fondazioni legate al ministero dei beni culturali. Lo spiegano dal dicastero guidato da Lorenzo Ornaghi - scrive l'ANSA - dove rispondono alle preoccupazioni sollevate dal commissario straordinario del Petruzzelli, Carlo Fuortes, e al senatore Pd, Vincenzo Vita, sottolineando che si tratta di "un falso allarme". Sia Fuortes che Vita avevano denunciato il rischio per le fondazioni culturali, comprese quindi le lirico-sinfoniche, derivanti dal comma 6 dell'art. 4 del decreto sulla spending review che prevede che gli enti di diritto privato che forniscono servizi a favore dell'amministrazione, anche a titolo gratuito, non possono ricevere contributi a carico delle finanze pubbliche.
La norma in questione, spiegano dal Mibac, si applica alle fondazioni o alle associazioni finanziate dallo Stato che erogano servizi direttamente agli enti territoriali ed è stata concepita per evitare una duplicazione di benefici economici agli enti territoriali. Il provvedimento non riguarda quindi le fondazioni lirico sinfoniche e tutte le fondazioni culturali legate al Mibac, viene ribadito, "nessuna esclusa".
"Prendiamo atto della rassicurazione fornita dal Mibac in merito al pericolo di chiusura delle fondazioni lirico sinfoniche o comunque legate al Mibac, ma il testo del decreto lascia adito a forti dubbi: se la spending review preclude qualsiasi finanziamento pubblico a fondazioni e associazioni operanti sul territorio, il divieto non può non coinvolgere anche soggetti come i teatri lirici o le grandi istituzioni culturali delle città, e dunque il rischio denunciato da Federculture e da Carlo Fuortes esiste ed è concreto". Ne è convinta Giulia Rodano, responsabile nazionale Cultura e Istruzione di Italia dei Valori. "Il Parlamento - conclude Rodano in una nota - dovrà sciogliere questo nodo, attraverso l'apporto di correttivi alla norma in questione, e l'Italia dei Valori farà senz'altro la sua parte".