"I ragazzi di Napoli portano su di loro l'esperienza dell'abbandono come nessun altro coetaneo in Italia. Sono come i bambini in orfanotrofio, che non piangono perché sanno che nessuno verrà mai a prenderli". Tornato a lavorare per la televisione dopo lo scarso successo fatto registrare da Maigret, Sergio Castellitto è 'O professore, fiction in 2 puntate - che Mediaset trasmetterà in autunno - ispirata al libro Gli ultimi della classe di Paola Tavella, sceneggiata da Rulli e Petraglia per la regia di Maurizio Zaccaro. "La realtà della dispersione scolastica è un problema che non affligge solo l'Italia e la città di Napoli - spiega l'autrice del libro - ma lì ho constatato come il sistema di recupero sia quello che funziona meglio al mondo: la flessibilità e la capacità degli insegnanti di adattarsi al problematico contesto in cui versano molti dei ragazzi da riportare nelle scuole sono straordinarie". Girato ed ambientato nel Rione Sanità - "un giorno abbiamo dovuto ritardare una scena, racconta Castellitto, perché a 150 metri c'era stato un omicidio" - il film è incentrato sulla figura di Pietro Filodomini, insegnante impegnato insieme ai suoi colleghi (tra cui anche la moglie, interpretata da Luisa Ranieri) a recuperare quegli adolescenti sull'orlo del baratro - già spacciatori, abbandonati dai genitori e costretti a prendersi cura dei fratelli più piccoli - e convincerli a riprendere gli studi. "Sono davvero orgoglioso che questo progetto abbia visto la luce - continua l'attore - perché trovo inammissibile che a due ore da Roma e, di fatto, a 3 ore e mezza dall'Europa, possa esistere una città meravigliosa come Napoli ridotta ad avamposto del Terzo Mondo. In qualche modo sono tornato ad essere 'quell'acchiappatore nella segale' che già avevo interpretato ne Il grande cocomero della Archibugi o in Don Milani. Ora mi aspetto che alla fatica degli artisti corrisponda la fatica del palinsesto. Se si produce qualcosa, soprattutto di questo tipo, bisogna poi crederci fino in fondo: negli ultimi tempi, parlando in generale, non mi sembra la Tv abbia dato molta prova di coraggio".  Circondato sul set da un nutrito gruppetto di giovani alla prima esperienza televisiva ("tutti scelti da Maurizio Zaccaro, che è andato a cercarli in loco, non attraverso i soliti casting", spiega ancora Castellitto) e affiancato, oltre che da Luisa Ranieri, da Donatella Finocchiaro, Antonio Catania e Giovanni Ferrari, l'attore romano ha voluto che la sceneggiatura fosse affidata a Stefano Rulli e Sandro Petraglia: "Siamo partiti dal libro di Paola Tavella - racconta Rulli - e abbiamo cercato di mantenere quel giusto equilibrio fra la disperazione di un contesto noto e la vitalità positiva che emerge da questi ragazzi. La figura del professore è centrale nella rappresentazione di quel baluardo che si batte in favore del cambiamento perché sa che la speranza non è nelle cose ma nelle persone. E la retorica buonista che poteva accompagnare tale personaggio è svuotata di senso perché in fondo anche lui, da giovane, ha commesso un grave errore e tenta ancora di espiarne la colpa".