Il regista iraniano Jafar Panahi dovrà scontare sei anni di carcere. Il cineasta dissidente era stato arrestato l'11 luglio a Teheran per aver chiesto informazioni sull’arresto di un altro regista iraniano, Mohammad Rasoulof.

Come rivela il Ministero della giustizia iraniano, Panahi è stato trasferito nella prigione di Evin per completare la pena detentiva alla quale era stato condannato nel 2010. All'epoca il regista, impegnato nel movimento di protesta contro la rielezione dell'allora presidente Mahmud Ahmadinejad, fu fermato insieme con la moglie, la figlia e altri amici, tra i quali Rasoulof, con l'accusa di propaganda contro il regime. Trascorse due mesi in carcere, per poi passare sotto un regime di libertà condizionata che poteva essere revocato in qualsiasi momento.

Oltre alla reclusione, a Panahi è preclusa la possibilità di dirigere, scrivere e produrre film, viaggiare e rilasciare interviste sia all'estero che all'interno dell'Iran per almeno 20 anni.

Tra i più importanti registi iraniani, Panahi ha vinto la Caméra d'or al Festival di Cannes per l'opera prima Il palloncino bianco nel 1995, primo riconoscimento a cui sono seguiti il Pardo d'oro al Festival di Locarno per Lo specchio nel 1997, il Leone d'oro alla Mostra del Cinema di Venezia per Il cerchio nel 2000, l'Orso d'argento per la migliore regia al Festival di Berlino per Offside nel 2006, l'Orso d'argento per la migliore sceneggiatura per Closed Curtain nel 2013, l'Orso d'oro per Taxi Teheran nel 2015 e il Prix du scénario a Cannes per Tre volti nel 2018.