Ci sono pianeti che di norma non dovrebbero incontrarsi. L'eschimese dell'igloo e l'africano delle capanne, il leone e lo squalo, il laziale e il romanista. Separati all'origine, come i due poli. La vita però, si sa, riserva ogni tanto qualche eccezionale deroga. Ed è in virtù di una di queste che l'inaudito, una volta tanto, accade. Tranquilli: questa non è la storia di un incontro tra un eschimese e un africano; non è la storia dell'assurdo naufragio di un leone nel mare sudafricano; e non è - Dio non voglia - l'improponibile love story tra una giallorossa e un biancoceleste. No, questa è la storia di un'amicizia tra un ristoratore veneziano, tale Cristiano Vitale, e il divo dei divi: Johnny Depp. La racconta in un breve documentario in programma alle Giornate degli Autori una filmaker milanese prossima a passare al lungometraggio, Alessandra Cardone. S'intitola My Friend Johnny e fin qui non ci sarebbe nulla di eccezionale.
Non conoscete però i dettagli del loro incontro. 28 marzo 2010: Johnny è nella città della Laguna perché sta girando con Angelina Jolie The Tourist. Quella sera, affamato, decide di entrare in un ristorante dall'aria elegante ma non affettatamente chic: la Rosa Rossa. Si innamora della sua cucina, probabilmente. Di sicuro si affeziona al gestore e a tutta la sua famiglia, tanto che tra aprile e maggio vi farà ritorno ben 17 volte. Si mangia, si beve ("Ma Johnny non ha mai alzato il gomito", giura Vitale, a perentoria smentita della famigerata nomea dell'attore), si chiacchiera. Johnny è talmente ammaliato dalla compagnia da costringere bodyguard e manager a fare lì dentro le ore piccole: "Stava con noi fino alle nove del mattino - ricorda Vitale - non se ne voleva mai andare anche se aveva impegni di lavoro".
Di più: Johnny regala al soffitto del locale uno speciale dipinto a sua firma ("Fatto con l'uniposca"). Johnny promette: darà a Cristiano, l'amico Cristiano, i soldi per rimettere a posto il locale. Di più: Metterà Cristiano a gestire il suo ristorante a Parigi, quello in comproprietà con Sean Penn e John Malkovich. Cristiano, che nel frattempo ha iniziato a vestirsi e a pettinarsi come Johnny, non crede alle sue orecchie. Vive una favola: "In 28 anni di ristorazione - racconta - di celebrità ne ho incontrate tante. Ma una come Johnny Depp mai. E diventare suo amico, poi...è una persona molto semplice, carina. Mi ha fatto tante promesse, un po' mi sono illuso". L'illusione poteva contare su almeno tre valide ragioni - il clima di complicità che si era instaurato con Depp, la sorella di Depp e l'entourage di Depp; il fatto che anche dopo che Depp era andato via da Venezia, molti suoi amici (tra cui la figlia di Schnabel) erano venuti a mangiare alla Rosa Rossa consigliati dall'attore; il precedente di Alice Ledda, la maitre di Palazzina Grassi che Depp ha voluto portare con sè da Venezia ingaggiandola come sua assistente personale - ma non poteva durare. Qualche mese dopo l'incredibile incontro, The Tourist viene presentato a Roma in anteprima. Cristiano Vitale riesce a inserirsi tra gli invitati ma non riesce a incontrare Depp. Passano i mesi, diventano un anno, poi due: da Depp nessun segnale di vita. Non una telefonata né un telegramma, nemmeno un cenno di risposta dopo che la Cardone gli ha inviato il film: "Sarà probabilmente molto occupato", suggerisce la regista ma sembra non crederci neppure lei. L'unico che ha fede ancora in un ritorno di Depp è Cristiano, che per questo si è guadagnato la maligna ironia dei veneziani. Poco male: "Sa come prendersi in giro. E' un uomo intelligente", assicura la Cardone.Eppure, agli angoli della bocca, nascosta tra le pieghe del sorriso, traspare impertinente l'avvisaglia di una cocente delusione. Eccola: "Mi dispiace si sia separato dalla moglie, non me l'aspettavo. Sono uno molto tradizionalista, che crede alla famiglia. Ma questi sono affari suoi. Per quanto mi riguarda continuo a fare la mia vita e a svolgere il mio lavoro. Un bel cambiamento mi sarebbe piaciuto, non lo nego. Sai, quando si fanno tutte queste promesse...".