Francesco Patierno non si arrende. Da poco reduce dallo stop a Banda armata, il suo film sui terroristi neri Mambro e Fioravanti "congelato" sul nascere, prosegue tra mille difficoltà la preparazione di Pericle il Nero. Il film, annunciato ormai più di un anno fa, è basato sull'omonimo romanzo di Giuseppe Ferrandino e racconterà la storia di un giovane cresciuto per strada e poi reclutato come killer dalla camorra. A interpretarlo dovrebbe essere Pietro Taricone, affiancato da Ernesto Mahieux. Raggiunto all'anteprima stampa de L'iguana, film di Catherine McGilvray con Andrea Renzi, Patierno ha risposto alle nostre domande.

Pericle il Nero ha avuto una gestazione molto difficile. A che punto è la preparazione?
I ritardi sono stati dovuti alla difficoltà di mettere in piedi un progetto produttivamente difficile. Si tratta di un film duro, che voglio trasformare in una "favola nera". La buona notizia è che finalmente ci siamo: il primo ciak sarà battuto ad aprile e le riprese si svolgeranno tra Napoli e Pescara.

Poco più di una settimana fa, in un'intervista a Il Tempo, Pietro Taricone arrivava a mettere in dubbio la sua partecipazione al film. Apparentemente piccato per lo slittamento delle riprese, parlava della concomitante offerta per una fiction su Canale 5...
Progetti che hanno difficoltà a partire immediatamente, incorrono spesso in simili problemi. Non si può pretendere da nessuno che dedichi tutta la propria vita a un film.

Il film è nato intorno a Taricone, o potrebbe quindi andare avanti anche senza di lui?
Pietro è importantissimo, ma Pericle è un progetto che, come scrittura e come immaginario, esiste ormai anche indipendentemente da lui. Se dovesse propendere per la tv, saremmo costretti ad andare avanti anche senza di lui e scegliere un altro attore. Qualsiasi cosa accada, tengo però a precisare, che conserverò la massima stima e comprensione per una persona come Pietro Taricone, che ha compiuto un enorme sforzo per seguire il suo percorso artistico.

Prima lo stop a Banda armata, poi questa incognita su Pericle il Nero. La fortuna si sta accanendo contro di te?
Non mi sento affatto una vittima. Anzi. Mi considero fortunato perché ho la possibilità di scegliere in totale libertà i miei progetti. Il sistema è questo: fare film difficili significa spesso seguire iter molto complessi. Questo è però il percorso che ho deciso di scegliere...

Allo stop del film su Mambro e Fioravanti, la tua prima dichiarazione è stata: "Ci crediamo ancora". A poche ore di distanza, il produttore Claudio Bonivento riconosceva a nome di entrambi l'opportunità di rinunciare al progetto. Due affermazioni fortemente discordi: che cosa è accaduto tra l'una e l'altra?
Ci sono stati gravissimi motivi, non inerenti alla produzione, che hanno spinto noi e l'Istituto Luce a sospendere il progetto. Non lo considero però affatto accantonato. Quanto accaduto è semplicemente un ostacolo da superare. Banda armata è un film che sopravvive dentro di me, anche se ora sono molto realista e voglio prima dedicarmi a Pericle il Nero.

Francesco Patierno tenta un film sui Nar Mambro e Fioravanti e viene fermato sul nascere...
C'è un sistema di condizionamenti molto complesso, ma non credo all'esistenza di un disegno politico. Il problema con Banda armata dipende soltanto dal fatto che affonta un argomento molto delicato. La chiave che avevo scelto era per di più tutt'altro che politica, quindi non ritengo possa parlarsi di un "grande fratello".