"Sono rimasto scioccato, pensavo fosse uno scherzo, invece no: Eric Cantona aveva pensato a noi per un film sul suo legame con i fan”. Così il regista Ken Loach presenta Il mio amico Eric, la sua prima commedia in 20 anni, che esce venerdì 4 dicembre in circa 70 copie con Bim.
Scritto dall'abituale collaboratore Paul Laverty, protagonista è il postino inglese Eric Bishop (Steve Evets) che naviga in cattive acque: la moglie lo ha abbandonato, i figli sono fuori controllo, la casa è un disastro. Ma non è detta l'ultima parola: in aiuto, arriva il suo idolo calcistico Eric Cantona, star inedita per un regista poco incline a utilizzare divi e dive: "Lavorare con lui è stato divertente – dice il 73enne Loach – E'diventato subito parte della squadra, perché il cinema è come il calcio: si gioca in 11, non da soli".
Presentato in anteprima al festival di Cannes, uscito con successo in patria, Il mio amico Eric "sottolinea come "l'unione fa la forza": sarà vecchio, ma continuo a crederci. Anche in politica, va messo da parte l'individualismo, e riscoperto il lavoro di squadra".
Dopo Looking for Eric (titolo originale), ora Loach ha in post-produzione Route Irish, titolo che si riferisce alla strada tra l'aeroporto di Baghdad e la Green Zone: "Preferisco parlarne dopo che l'avrete visto, posso solo dire che i protagonisti (Mark Womack e Andrea Lowe, NdR) sono due contractor che lavorano a Baghdad: quando uno dei due muore lungo la Route Irish, l'altro non accetta la spiegazione ufficiale, e va alla ricerca dei veri responsabili".