“È la seconda volta che lavoriamo insieme io e Eros” dichiara l’attore di Boris e ACAB, riferendosi a Puglielli, regista di Dorme e Copperman. “Ci siamo incontrati per parlare del mio episodio, mi ha subito parlato di obiettivi. E al netto del suo stile, del modo di raccontare, purtroppo non lo trovo un film così assurdo, nel contesto della realtà di oggi”.

Andrea Sartoretti si riferisce alla comicità e alle atmosfere di Nevermind, in uscita centro-estiva dal 1 agosto, tra il grottesco e il sopra le righe.

“Questo titolo ha in comune coi miei primi film il mood paradossale” afferma il regista. “È stato un ritorno alle origini, quindi, ma anche una reazione al registro televisivo, più canonico e generalista, che sia il cast tecnico che gli attori hanno sperimentato”. E aggiunge, “Essere abituati a quel tipo di pressione ci ha aiutato: abbiamo girato tutto il film in 14 giorni, grazie a un team eccezionale. Sapevamo di avere una sola occasione e speriamo di aver fatto centro”.

Anche Paolo Sassanelli (Notti Magiche, Youtopia) conserva il ricordo di un set coeso e affiatato: “Conosco Eros da molti anni. Vidi il suo cortometraggio Il pranzo onirico e pensai subito: è un genio, spero di poter lavorare con lui un giorno. Il fatto che per Nevermind abbia usato un espediente bunuelliano non fa che confermare la mia ipotesi”.

Di che espediente si tratta? Risponde il regista stesso: “Bunuel, ne Il fantasma della libertà, prende il comprimario di un episodio e lo rende protagonista del successivo. È quel che abbiamo fatto anche in questo film”.

Interviene pure Gualtiero Burzi, nel cast attoriale: “Sono stato libero di sperimentare. È stata una gioia fare cose diverse, strane, azzardate. Qualcosa che nessun altro ti chiederebbe mai”.

E perché proprio il nome Nevermind, per questo film a episodi? È forse una citazione dei Nirvana? “I Nirvana non c’entrano. È una chiave di lettura, un suggerimento allo spettatore, con un occhio all’internazionalità, per il film che sta facendo il giro dei Festival: Festa del Cinema di Roma, premio del pubblico al Fantafestival, è stato in India e andrà a Shangai. Il titolo originale, che abbiamo tentato di tenere fino all’ultimo, era Può succedere, ma vista la recente ondata di titoli simili abbiamo dovuto rinunciare”.

Questa la testimonianza del regista, che è anche sceneggiatore del film, oltre che curatore degli effetti speciali. “Sono incantevoli” commenta Sassanelli, “nonostante non godessimo di un budget da kolossal. Dimostrano il grande talento di Eros” che, oltre che regista, è docente di Visual Effects al Centro Sperimentale di Cinema. “Spero venga riconosciuto” conclude l’attore, “Abbiamo fatto i fuochi d’artificio con i fiammiferi”.