Roma di Alfonso Cuarón, no, non ce la fece quale miglior film nel 2019. E nemmeno - e quanto costò, 159 milioni di dollari o addirittura 225? - The Irishman l’anno dopo? E l’anno scorso, chi, Nomadland?

No, Nomadland ha vinto, ma non era come i precedenti, ovvero non era targato Netflix. Netflix la statuetta più importante, quella al miglior film, non l’ha mai vinta.

E fin qui, direte, fa notizia, ovvero da quanto concorre la piattaforma streaming con i tradizionali Studios per la statuetta più importante del cinema mondiale? Problema, quest’anno quell’ambitissimo Oscar l’ha vinto uno streamer, e non è Netflix, bensì Apple: CODA l’ha pagato la miseria di 25 milioni di dollari.

Da noi si chiama I segni del cuore, è uscito in homevideo e lo scorso 21 marzo su Sky. Poco importa, anzi, importa: che ne è della distribuzione theatrical, ovvero della sala, (anche) nel nostro Paese?

Piuttosto, due notizie. Prima la cattiva, per Netflix: il servizio streaming s’è fatto bagnare il naso da Apple.

Poi la cattiva, per tutti: CODA è un remake, del francese La famiglia Bélier, e Apple non l’ha nemmeno ideato, s’è limitato a comprarlo.

Oscars that money can buy. Già, una volta almeno erano sogni.