Thierry de Peretti è nato ad Ajaccio, conosce bene il luogo e “sì - ammette - il film è autobiografico perché vi ho riversato suggestioni mie e di mio padre, anche lui originario della città, Ma non ho niente a che fare con la vicenda vera da cui tutto è partito “.
Per il suo primo film, Apache, il punto di partenza è infatti un tragico fatto di cronaca: tre giovani ne uccidono un altro e lo seppelliscono nel bosco. Tutti e quattro provengono dalla città balneare di Porto Vecchio e dalle sue periferie: due nativi della Corsica, due Corsi di origine marocchina. L'omicidio diventa per i ragazzi uno spartiacque tra un prima e un dopo. Il più giovane rivela la verità sul furto commesso dal gruppetto nella villa dove il padre era custode, e innesca la vendetta.
“La Corsica porta in sé molte contraddizioni tipiche dell'isola e pone la domanda su com'è vivere lì oggi. Non la Corsica romantica e ottocentesca di vendette ataviche e d'onore ma quella di oggi, moderna e fatta di dislivelli sociali forti. Dopo la fine della guerra d'Algeria, i francesi rimasti nel Nord d'Africa furono definiti i Pied noir e trattati con disonore; così i magrebini arrivati in Corsica hanno lottato con una difficile integrazione sul territorio,di cui le seconde e terze generazioni pagano dure conseguenze. La Comunità marocchina è quella che ha sofferto di più, anche se ha contribuito a costruire la Corsica com'è al giorno d'oggi. Ho accettato di porre la sfida su alcuni punti decisivi: cominciare a costruire la memoria collettiva di una piccola comunità; estrarre i nomi dei protagonisti dalla cronaca e affidarli al cinema; scongiurare, anzi esorcizzare l'idea individuale del delitto, per restituirlo a tutta la collettività”.
Peretti ricorda che i colpevoli furono scoperti due anni e mezzo dopo il delitto, quando uno non ha resistito e si è costituito alla polizia. In quest'ottica il racconto , costruito tra documentario e fiction, guarda e insieme mette a frutto un aspetto simbolico. A cominciare dal titolo che, precisa, “ evoca immediatamente la nozione di territorio, fa pensare al western e richiama il modo in cui il capo della polizia chiamava i fuorilegge a Belleville (Parigi).
Distribuito dalla Kitchenfilm di Emanuela Piovano, “Apache “ esce il 14 agosto, in una prima fase in tre copie a Roma, Milano, Torino in originale con sottotitoli italiani. Pronto ad aumentare in casi di positiva accoglienza.