Sfogliando El libro de Modelos si può fare i conti con questa frase: “Ho solo la fortuna di lavorare con gente che ha una voce e prova a spingere il linguaggio cinematografico verso qualcosa di trascendentale, io mi trovo lì solo per aiutare a trasformare le idee in immagini. Tutta l’arte che facciamo è per un pubblico, e questa è la ragione per cui lavoriamo e stiamo qui”.

Sono parole di Emmanuel Lubezki, vincitore delle ultime 3 annate dei Premi Oscar, sezione Direttore della Fotografia. Le pronunciava in tempi non sospetti, nel 2006, quando era in concorso agli Academy Awards con The New World di Terrence Malick, lontano, anche se in paziente attesa, quello che sarebbe arrivato di lì a poco, un riconoscimento mondiale della creatività e professionalità messicane.

Si trova nella sezione “La Contemporaneidad en México” questa riflessione. Nel libro che accompagna la mostra dal titolo omonimo, che fino al 24 settembre farà risuonare dei suoi echi di bellezza le sale dell’Instituto Cultural Cabañas di Guanajuato (capitale dello Stato omonimo messicano), considerata la Ciudad de las Rosas.

È partita il 24 giugno, voluta caparbiamente dalla rivista HAUNTED (http://hauntedmag.com.mx) e dalle menti creative di Gabriel Valdez (Fondatore ed Editore) e di Ali Daniel Flores (Co-Editore e Direttore Creativo), esposte 65 fotografie che vogliono essere il meglio del libro.

L’hashtag #MÉXICOBRILLA racchiude idealmente la volontà su cui si basa questo progetto 100% indipendente, che proprio “nasce dalla necessità di far risaltare il talento messicano; a partire da differenti ambiti, unire il cinema e la moda per mettere in risalto la conversazione che hanno intrattenuto attraverso gli anni, parte indissolubile come sono dell’identità messicana”, ci ha commentato Gabriel Valdez.

“Il cinema capta la vita per riprodurla, la media con quello che ci circonda, con la nostra realtà” – ci ricorda dall’introduzione alla mostra la studiosa d’arte Miriam Villaseñor. “La moda ha saputo marcare le differenti epoche, stagione dopo stagione, delineando una linea temporale che ha segnato la storia. Il México ha brillato da allora, esportando il talento di uomini e donne, che hanno aperto porte che la maggior parte di noi pensavano chiuse. Quando qualcuno di noi brilla, tutti noi brilliamo. Perché se c’è qualcosa di collettivo, è la linea del tempo, la nostra storia come Paese. (…) Il cinema è tempo, non si trova nel tempo”.

Nel progetto, 60 modelle coinvolte con fotografi, parrucchieri, truccatori, pettinatori, produttori, bookers, direttori d’arte, disegnatori di moda. Come continua a spiegarci Gabriel Valdez, “El libro de Modelos si divide in differenti sezioni: moda, cinema, arte, così da concentrare i vari talenti e permettere di reinterpretare il cinema messicano grazie a un punto di vista differente; inoltre, si vuole rendere omaggio alle donne messicane, che sono diventate ambasciatrici del nostro paese nel mondo. Elsa Benitez, Liliana Dominguez, Daniela de Jesus Cosío, Cristina Piccone, sono alcune delle modelle che si trovano immortalate nell’esposizione e nel libro”.

Come anche Andrea Carrazco, Daniela Valdez, Daniela Dominique, Luisa Sáenz, direttrice del México Fashion Film Festival (MFFF), di cui torneremo a parlare, e molte altre ancora, fotografate da pezzi da novanta della moda, e non solo, messicana, quali: Iván Aguirre, Francisco Blancas, Ali Daniel Flores, Ace Amir, AM ROCK, Guillermo Cassar, Alexander Saladrigas, Germán Nájera, Iván Flores, Khristio, Izack Morales, Alberto Newton, Omar Coria...

“Tutto il libro è stato realizzato grazie a ciò che è scaturito dall’incontro tra fotografi e modelle: a ogni artista è toccato infatti reinterpretare un film in base alla propria estetica. Da lì ha avuto inizio l’asse casuale dell’opera. Ben chiaro invece il messaggio che si voleva trasmettere: come il cinema messicano sia riferimento indissolubile di stile e d’identità nazionali”.

Camminando per la mostra e sfogliando il libro, ci si potrà ritrovare proiettati in film immortali, che sono entrati nell’immaginifico di una nazione, capaci anche di valicare le frontiere, portando la “messicanità” nel mondo: Amores Perros, Bandidas, El Topo, La Era del Óbito, Tucita, El Santo, Viridiana, Y Tu Mamá También, Pedro Navajas, Cuando Tejen las Arañas, La Mujer del Puerto, Aventurera, La Montaña Sagrada, Santa Sangre

“Speriamo che chi ha aderito all’iniziativa (e ha illuminato il lungo weekend di festa che ha animato l’inaugurazione dell’evento, ndr), possa essere il punto di riferimento di un movimento importante che sta caratterizzando oggi il México – conclude Valdez. “La cooperazione tra i vari poli creativi messicani già esisteva, ma credo che sia diventata maggiormente tangibile grazie a questo progetto e all’esposizione mediatica che ha ottenuto. Abbiamo provato a vedere quello che si può fare con il talento messicano, a unirci per avere uno sguardo comune, globale, capace di rappresentare la competenza e la competitività di un México contemporaneo”.