"Oggi il pericolo per Israele non sono i palestinesi, ma l'Iran: non è piacevole vivere sotto il tiro delle armi nucleari di un Paese apertamente ostile". Così il regista Samuel Maoz vincitore del Leone d'Oro all'ultima Mostra di Venezia con Lebanon, che uscirà nelle nostre sale il 23 ottobre distribuito da Bim.
Viceversa, la prèmiere in patria sarà questa domenica: "Ci sono israeliani che amano il buon cinema indipendentemente dalla materia che tratta, e con la vittoria a Venezia tutti hanno sentito parlare di questo film, ma a differenza che altrove qui il cinema è visto in chiave politica. Sono in molti a non voler vedere sullo schermo i crimini dei soldati: indipendentemente dalla qualità dei film, non si tollera che venga mostrata la debolezza di Israele", dice Maoz, rivelando come nei test screening di Lebanon con un pubblico di centro-destra le reazioni siano state positive: "Nel Q&A dopo la proiezione, una donna mi ha detto: "Finora ero solo io e la mia opinione, ora devo riconsiderare le mie priorità. Ho un figlio piccolo, e sapere che partirà per il servizio militare mi spaventa". "Se avessi fatto un film politico - prosegue Maoz - per parlare alla testa delle persone, non avrebbe funzionato: perché non si cambiano le idee degli individui cercando di convincerli".   
Sulla situazione geo-politica in patria, il regista esordiente aggiunge: "Il tempo sta cambiando, e la mia generazione, nata e cresciuta in una situazione di normalità, sta prendendo il controllo: abbiamo la mente più aperta, e ci saranno cambiamenti".
Quali? "Israele non ha bisogno di Gaza. Non solo i palestinesi vivono in condizioni durissime, ma anche da destra si è contrari a spendere miliardi di dollari per la sicurezza e nessuno vorrebbe i propri figli a pattugliare quelle strade".
Per concludere, "il nostro problema - dice Maoz - oggi non sono i palestinesi. Di sicuro, il pericolo non viene da loro, ma dall'Iran".