L’analisi di Andrea Chimento parte da uno dei momenti più bui della storia americana: l’11 settembre 2001, quando il World Trade Center, luogo sicuro e inaccessibile come la nazione di cui faceva parte, crolla insieme a ogni certezza, costringendo il popolo americano a interrogarsi sul proprio futuro, dal momento che il mondo non è e non potrà essere più lo stesso.

Il libro 9/11, la 25a ora del cinema americano parte dalla convinzione che l’11 settembre 2001 il cinema americano sia entrato in una nuova fase. Il fantasma dell’attentato ha agito in forme e stratificazioni diverse, modificando scelte narrative, formali e stilistiche. Prendendo avvio dai film che hanno messo direttamente in scena le immagini della catastrofe, il testo si articola in due ampie sezioni: la prima impostata come una diretta sull’“evento”; la seconda incentrata sul periodo successivo all’accaduto.
Se da un lato, in quei film che lavorano per allegorie e simbologie dell’11 settembre è evidente il concetto di “ri-narrazione ossessiva”, dall’altro sono preponderanti nuovi modelli di raffigurazione dei cambiamenti, degli stati d’animo e delle (in)certezze da parte del cinema americano.

Quindici anni dopo l’immagine dello schianto è ancora impressa nei nostri occhi come nella storia del cinema americano.

Editore: Fondazione Ente dello Spettacolo
Anno Pubblicazione: 2016
Numero Pagine: 356
Formato: 15x21 cm

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