"Una preghiera per la pace in Medio Oriente". Così Steven Spielberg ha definito in anteprima Munich, il suo nuovo film sull'attentato ai Giochi Olimpici del 1972, nel corso del quale hanno perso la vita undici atleti israeliani, cinque terroristi palestinesi e un poliziotto tedesco. "Non credo che il cinema o i libri possano risolvere la situazione - ha dichiarato il regista al Times -, ma vale comunque la pena provare. Il vero nemico non sono né gli israeliani, né i palestinesi, ma l'intolleranza che regna nei loro paesi". Protagonista di Munich, in Italia dal prossimo 27 gennaio, è Eric Bana nei panni di un agente del Mossad, affiancato da Geoffrey Rush e dal nuovo James Bond Daniel Craig. Più che sul rapimento degli atleti da parte del commando terrorista palestinese, il film si concentra infatti sulla reazione all'attentato da parte del servizio segreto israeliano. "Condanno quanto è accaduto a Monaco, ma non demonizzo gli agenti - ha spiegato Spielberg -. Attraverso i sentimenti che provano, la musica che ascoltano e la loro vita quotidiana, mostro invece che si tratta di persone come tutti noi". In questo, conclude, risiede il messaggio di pace e tolleranza del film: "Far capire alla gente che, almeno sul piano umano, tra israeliani e palestinesi non ci sono poi così grandi differenze".