“Da sempre, la Settimana Internazionale della Critica segnala gli autori emergenti che, puntualmente, si distingueranno nel mondo del cinema" esordisce Franco Montini, Presidente Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. “Basti pensare che negli ultimi 8 anni il Leone del Futuro, premio al miglior esordio al Festival di Venezia, per 4 volte è stato conseguito da un film selezionato dalla SIC”. E conclude: “Il cinema è uno strumento essenziale per contribuire al cambiamento culturale di questo pianeta”.

Ma non si vive di solo lungometraggio. C’è anche la SIC@SIC, la cui altra sigla speculare sta per Short Italian Cinema, un concorso per cortometraggi di registi esordienti.

A tal proposito interviene Marlon Pellegrini, dell’Istituto Luce Cinecittà che sostiene produttivamente e in ambito distributivo le opere prime della settima arte italiana: “Il cinema è nell’adesso, ma deve anche collocarsi nella Storia. Perciò mi auguro che questi corti, così attuali e contemporanei, siano ricordati nel passato, nel presente e nel futuro”. Aggiunge poi: “SIC@SIC è una grande iniziativa e sta già funzionando: Alessandro Di Gregorio ha conquistato un David di Donatello con Frontiera, che ha debuttato proprio in quest’occasione”.

In merito, anche il Delegato Generale SIC Giona A. Nazzaro: I corti di quest’anno sono altrettanto promettenti. Nessuno assomiglia ad un altro” e inoltre “In apertura avremo Passatempo, di Gianni Amelio, un corto sorprendente anche per i conoscitori del lavoro del regista. In chiusura, invece, Destino, diretto e interpretato da Bonifacio Angius”.

Quali saranno, invece, i lungometraggi della Settimana della Critica? In apertura, un film d’animazione disegnato interamente a mano: Bombay Rose di Gitanjali Lao, su temi delicati tra i quali l’amore tra donne. Chiude Sanctorum di Joshua Gil, un esperimento definito da Montini “Narcos ai tempi della fine del mondo”.

In concorso saranno: All this victory, di Ahmad Ghossein, racconto claustrofobico della guerra israelo-libanese del 2006; Parhenon del documentarista lituano Mantas Kvedaravicius al primo, visionario film di fiction; The prince di Sebastian Munoz, scenografo al debutto in regia, prova della grande vitalità del cinema cileno; Psychosia, thriller tutto al femminile di co-produzione danese e finlandese, un film di genere per certi versi vicino all’immaginario argentiano; Rare Beasts, pungente commedia di Billie Piper, interprete e regista inglese con apparizioni nel mondo delle serie britanniche (Dr. Who e Penny Dreadful); Scales, di Shahad Ameen, film in bianco e nero ambientato in una comunità araba di pescatori spinta a confrontarsi con le sirene locali.

Infine, Tony Driver di Ascanio Petrini è il candidato italiano, un film fuori norma, su un italiano trasferitosi negli USA molto giovane e molto incauto. Gli scade il visto ma non se ne preoccupa. Dopo aver traghettato, a bordo del suo taxi, messicani in USA per anni, viene espulso e si ritrova nella dimenticata patria di Polignano a Mare.

La parola alla nuova Commissione, che ha selezionato questi sette tra più di 500 film: “È Una selezione che vuole stare a contatto con il mondo, con ciò che lo scuote e lo infiamma” afferma Beatrice Fiorentino. “Diamo ascolto a registi e registe che hanno qualcosa da dire al riguardo e non temiamo di muoverci anche in direzioni oniriche e fantastiche”.

Poi, Roberto Manassero: “La sfida del cinema è capire come rispecchiare e allo stesso tempo interpretare e anticipare la realtà”. E Simone Emiliani: “Ci sarebbe piaciuto avere più spazio per altri film e ci sono state rinunce dolorose, ma questo avvalora ulteriormente l’intesa che abbiamo trovato”.

Chiude il cerchio Paola Casella: “Sono tutti film innovativi, interessanti, contemporanei, ma la cosa più importante è che sono anche accessibili a tutti, anche al grande pubblico”.