Cecil B. De Mille “non ha paura di sperimentare, di sentirsi un nuovo Meliés che, invece della fantascienza, riscriva i canoni del genere religioso. Costruisce le sue icone, scuote la terra e alla fine restituisce la pace ai peccatori, anche a un Giuda disperato”,  scrive Gian Luca Pisacane sullo storico Il Primo Re (King of Kings),  il film muto del 1927 che ancora oggi brilla tra i precursori del genere dei kolossal biblici.

La Rivista del Cinematografo, per ricordare e festeggiare i 90 anni dalla sua prima pubblicazione, propone la rilettura di un grande successo mondiale, distribuito in Italia nell'anno in cui è nata. Un film per decennio, in una nuova rubrica.

Nel filone dei film biblici De Mille è un maestro, avendo girato anche I dieci comandamenti (The Ten Commandments) nel 1923 e il noto remake del 1956. Nel 1961 Nicholas Ray ha cercato di seguirne le orme, con l’omonimo Il Re dei Re, ma senza riuscire a eguagliarlo.

Parlando di King of Kings, Pisacane sottolinea come “Gli effetti speciali sono sbalorditivi per l’epoca, in un film da due milioni e mezzo di dollari che vuole descrivere anche la natura umana del suo protagonista. I primi piani lo avvicinano alla gente comune, e c’è anche spazio per l’ironia, quando i soldati romani provano a pescare i pesci miracolosi di San Pietro”.

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