Il 31 agosto 2012 veniva a mancare il cardinale Carlo Maria Martini. Tra commozione, dolore e riconoscenza, la Fondazione Ente dello Spettacolo dedicò all'evento nell'ambito delle Mostra del Cinema un momento spontaneo, sincero, immediato, con le testimonianze di molti presenti al Lido. Per ricordare il primo anniversario della scomparsa, sono state realizzate due importanti iniziative che ricostruiscono la figura e il pensiero del cardinale emerito di Milano e ne raccontano gli ultimi mesi di vita. Si tratta del volume Il silenzio della parola e del dvd Un uomo di Dio, in distribuzione da oggi con i settimanali Famiglia Cristiana e Credere in partnership con il Corriere della Sera.
I due contributi sono stati presentati oggi al Lido, presso lo spazio della Fondazione Ente dello Spettacolo, nel corso di un incontro moderato da Don Davide Milani, responsabile delle Comunicazioni delle Diocesi di Milano. In apertura Alberto Barbera, direttore artistico delle Mostra di Venezia, è tornato sulla crisi come tema centrale nella produzione cinematografica contemporanea, e anche del programma veneziano. Crisi economica che deriva da un sistema di valori quasi del tutto saltato, anche per carenza di figure guida: “Ricordare Martini vuol dire indicare che questi alti esempi esistono e possono ancora dire molto all'uomo di oggi”, ha detto Barbera.
A seguire sono intervenuti Nicola Salvi, Officina della Comunicazione, che ha ricordato l'incontro con Martini avvenuto nel 2008 per il 50° della elezione di Papa Roncalli: “Quello sul DVD è stato un lavoro corale frutto della condivisione di tanti amici,colleghi, testimoni”. Don Antonio Sciortino, direttore di Famiglia Cristiana, si è soffermato poi sugli anni di lavoro tra il periodico paolino e il Cardinale all'indomani del suo insediamento a Milano. Insistendo su quanto Martini abbia lavorato per la costruzione di una Chiesa più accogliente, aperta a tutti e viva in mezzo agli altri. Paolo Baldini ha ripercorso il lungo periodo nel quale tra Martini e il Corriere delle Sera si creò “una convinta unità di intenti. L'ultima intervista è dell'8 agosto 2012, 23 giorni prima della morte. Martini amava dialogare sul giornale con i lettori, e intendeva questo appuntamento come la ricerca di un impegno a dare un senso alla vita di ciascuno”.
Da ultimo, Mons. Dario E.Viganò, direttore del Centro Televisivo Vaticano, ha ripercorso i tre livelli che evidenziano il carattere di Martini, uomo della comunicazione: “la consapevolezza della portata simbolica dei gesti; la conoscenza della strategia del linguaggio; i contenuti diluiti nel corso delle sue lettere pastorali, sempre all'insegna della condivisione. In questa prospettiva la casa dei non credenti era lo sforzo non di attirare chiunque ma di capire le ragioni degli altri. La parola che non abita il cuore della verità porta menzogna”, era il suo pensiero. “Impossibile tirare conclusioni o cercare una eredità”, ha detto ancora don Milani, per poi concludere: “Pensando al Martini comunicatore, possiamo lavorare per creare una mappa elettronica delle idee, per un uso fecondo delle nuove tecnologie”.