"Siamo tornati a girare a Prignitz, nel Nord-Est della Germania, perché mi interessa molto, non solo dal punto di vista sociologico, quello che sta accadendo in quella regione dopo che è crollato il sogno industriale, l'isolamento in cui si rinchiudono alcune persone, le stesse che poi mi hanno dato ispirazione per la realizzazione del film". Così Christian Petzold introduce il suo ultimo lavoro, Jerichow, oggi in Concorso al Lido: la storia di un incontro, fortuito e fatale, che farà scoppiare "quei sentimenti per troppo tempo repressi", come spiegato da Nina Hoss, nel film protagonista di un triangolo amoroso che, secondo lo stesso regista tedesco, "rappresenta una delle possibili conseguenze al giogo psicologico del denaro, vero protagonista dell'intera vicenda".
Thomas (Benno Fürmann), ex soldato congedato con disonore, e Ali (Hilmi Sözer), imprenditore turco in Germania che ha fatto un po' di soldi con i suoi chioschi sparsi qua e là per la regione: si conoscono, il secondo assolda il primo per accompagnarlo nei suoi giri quotidiani di lavoro, potrebbero diventare amici. Ad allontanarli, giorno dopo giorno, la sempre più forte attrazione di Thomas per la moglie di lui, Laura (Nina Hoss, Orso d'Argento a Berlino nel 2007 per Yella, sempre diretto da Petzold, regista con il quale è alla sua quarta collaborazione), sposata con Ali solo per motivi economici e desiderosa più che mai di ritrovare la sua indipendenza. La tragedia incombe...
Il bosco a delimitare i contorni di un paesaggio che - come il film - finisce a strapiombo sul mare e, quasi a riproporre un marchio di fabbrica del cinema di Petzold, moltissime scene girate all'interno di automobili: "E' una situazione intima e personale, due persone a bordo di una stessa vettura - dice il regista - ma anche claustrofobica, ricordo che da piccolo quando i miei discutevano del divorzio eravamo in macchina, non potevo fuggire...". Ma si riesce a creare anche un "movimento" indispensabile per lo stato d'animo degli interpreti: "E' fondamentale riuscire a perdere la concentrazione di tanto in tanto - spiega Benno Fürmann - magari guardando fuori dal finestrino e pensando a cose personali. La cosa che più mi fa sorridere è quando guardando un film si capisce perfettamente che la scena in automobile è girata per finta, con gli attori che simulano la guida".