“Dopo la tragica scomparsa di Valerie Benguigui” attrice di Cena tra amici, precedente film dei due registi, racconta Matthieu Delaporte, “ho scoperto di avere un melanoma. Nel mese successivo alla biopsia, ho vissuto nell’attesa di notizie e non l’ho detto a nessuno”. Anche da questo nasce Il meglio deve ancora venire, in selezione ufficiale alla Festa del Cinema di Roma: “Mi sembrava di scrivere e vivere lo stesso soggetto. Dagli equivoci del dire e non dire, ai limiti del surreale”.

“La società oggi evita certi argomenti” replica l’altro co-regista Alexandre De La Patellièere. “Ci siamo ispirati al cinema popolare di una volta e dato totale fiducia agli spettatori, collocandoci tra commedia e dramma, dove la prima è anche una forma di autodifesa”.

Registi che lavorano in coppia e, a sentirli parlare, si esprimono anche in completa sintonia. È più un vantaggio o uno svantaggio dividersi onori e oneri? “Non ci dividiamo i compiti” risponde Delaporte. “Scriviamo scene separatamente e poi ce le scambiamo, ci facciamo domande, riflettiamo insieme. Dopo circa un miliardo di domande e risposte reciproche, sul set è un lavoro molto organico, senza esitazioni”. E conclude: “Ci completiamo, lavoriamo come viviamo”.

Una coppia di registi che si specchia anche nella coppia sul set, composta da Fabrice Luchini e Patrick Bruel. “Abbiamo scommesso su una coppia improbabile e ha funzionato” commenta De La Patellière e, con particolare riferimento al carismatico Luchini: “Un attore potente e affascinante, appassionato e sempre preparato. Avevamo una gran voglia di lavorare insieme e l’abbiamo fatto appena c’è stata occasione”.

Un duo altrettanto sinergico, quindi, abile a ritrarre la delicata commedia di malintesi che è Il meglio deve ancora venire. In fondo, sempre De La Patellière testimonia che la volontà era proprio di “far entrare la vita vera sul set”. Missione compiuta? Sembra di sì.