“L’idea mi è venuta osservando i miei figli, era chiaro sin dal primo giorno che carattere avessero, e mi sono chiesto: come è possibile? Ho dunque immaginato un luogo in cui alle anime vengono attribuiti interessi e caratteristiche. Alla Pixar è sempre importante in qualcosa che interessi davvero, perché un film richiede quattro, cinque anni: per Soul mi aspetto un pubblico molto articolato”.

John Lasseter e Pete Docter

Il regista premio Oscar - Roma gli attribuisce un riconoscimento alla carriera - Pete Docter presenta Soul, ultimo lavoro della Disney Pixar e film d’apertura della XV Festa del Cinema di Roma.

Scritto con Mike Jones e Kemp Powers, inquadra Joe Gardner, un insegnante di musica di scuola media, che ha l’occasione unica di suonare nel migliore locale jazz di New York: un piccolo passo falso lo condurrà all’Ante-Mondo, dove le anime sviluppano personalità, interessi e manie prima di andare sulla Terra.

Docter ammette l’ispirazione alla Linea di Osvaldo Cavandoli, meno la derivazione di Soul da Coco e Inside Out, entrambi di quella Pixar di cui è direttore creativo dal 2018: “Pensiamo sempre a qualcosa di nuovo, non ci piace battere strade già viste, poi è naturale trovare riferimenti, collegamenti, ma a noi interessa più quel che non abbiamo ancora fatto”.

Sul coté esistenziale, “archiviato lo straordinario successo di Inside Out, mi sono chiesto: meglio di questo che potrò fare? Per la prima volta mi sono fermato e interrogato: che sto facendo della mia vita? Qual è il modo migliore per trascorrere il tempo che ho a disposizione? Di qui la riflessione sulle anime”. E una sintomatica consonanza a questi tempi pandemici: “La cosa curiosa – prosegue Docter, collegato in streaming con il festival - è che il film è nato 5 anni fa, ma molti elementi emotivi, a partire dall’importanza delle cose del quotidiano che usiamo ignorare, si riflettono nel lockdown, vi è un senso spirituale”.

Sulla decisione di Disney di saltare la sala, nel nostro paese era atteso per il 19 novembre, per approdare sulla piattaforma Disney + il 25 dicembre, con sommo scorno degli esercenti, Docter precisa: “Anche per noi è stata una sorpresa, ma ora siamo felici perché crediamo Soul debba uscire il prima possibile e non era possibile fare altrimenti con l’aumento dei contagi Covid e la chiusura delle sale, è un dono di Natale”.

La musica, curata da Trent Reznor, Atticus Ross, Jon Batiste, è ovviamente molto importante, Docter è appassionato di jazz classico, quello anni Sessanta e Settanta glielo ha insegnato Kemp Powers, per il personaggio di Dorothy, ovvero il capo del quartetto per cui suonerà Joe, si sono ispirati a “Miles Davis, che sembrava distante, algido, ma a conoscerlo era molto generoso, simpatico, saggio e misterioso. Ma appunto abbiamo voluto che il suo alter ego fosse una donna, cosa ancora rara, e dunque l’abbiamo reso tosta come si richiede al vertice di una band”.

Trent e Atticus, da una parte, e Jon, dall’altra, hanno lavorato separatamente, ma si sono uniti allorché Joe mette in musica la propria vita: “I grandi musicisti rispettano altri musicisti, le differenze di genere sono tali solo per i fan”.

Infine, una curiosità: se le conquiste tecnologiche rendono (quasi) tutto possibile, rendere nell’animazione “l’acqua è ancora una cosa molto costosa: la scena in cui Joe bagna i piedi in riva al mare è la più dispendiosa del film, abbiamo insistito perché ci fosse, perché i piedi non fossero solo lambiti ma coperti dall’acqua. Era essenziale alla presa emotiva”.