L'adolescenza è un'età difficile da raccontare e al cinema spesso si corre il rischio di cadere negli stereotipi. "Questo è proprio quello che ho voluto evitare con Mai + come prima" dice Giacomo Campiotti, che torna sul grande schermo, dopo tanta fiction e a sei anni da Il tempo dell'amore con una storia di formazione i cui protagonisti sono interpretati, quasi interamente, da attori esordienti, ad eccezione di Laura Chiatti (vista in Passo a due) e Natalia Piatti. Al loro fianco Pino Quartullo, Francesco Salvi e Lunetta Savino. Prodotto dallo stesso regista, che ne firma anche la sceneggiatura insieme ad Alexander Abadachian, storico collaboratore di Nikita Michalkov, Mai + come prima esce nelle sale l'11 novembre distribuito dalla Medusa in un centinaio di copie. Il film si ispira a un fatto realmente accaduto in gioventù a Campiotti: la morte di un coetaneo durante una gita in montagna. Esattamente quello che succede a Giulia (Chiatti), Martina (Piatti), Fava (Federico Battilocchio), Max (Nicola Cipolla, ragazzo affetto da handicap) e Lorenzo (Marco Velluti), che assistono impotenti alla morte dell'amico Enrico (Marco Casu) durante un'escursione sulle Dolomiti. "Quello che ho cercato di trasmettere sono le emozioni che io e i miei amici abbiamo provato in quel momento - racconta Campiotti -. Un evento di quel genere provoca sempre una rottura, soprattutto in un'età di passaggio come l'adolescenza, che è bellissima, ma anche molto difficile. Ci si crede onnipotenti e padroni del proprio futuro, ma allo stesso tempo non ci si sente capiti dagli insegnanti ed il rapporto con i genitori spesso è frustrante, perché loro per primi sono alla ricerca di se stessi e non sanno più essere un punto di riferimento". La morte di un amico ti segna in modo particolare, perché ti proietta immediatamente nell'età adulta. "E' a questo punto che i giovani protagonisti del mio film sono costretti a scegliere se accettare i modelli imposti dalla società e dalla famiglia o perseguire i propri sogni". Mai + come prima è un film "sulla capacità di trovare dentro di sé la forza per camminare con le proprie gambe". E' anche un film senza tempo, che affronta temi universali, che riguardano i giovani di ogni posto del mondo e nel quale i giovani attori si riconoscono in pieno. "E' molto vero - dice Marco Velluti - in genere al cinema si racconta in modo troppo semplicistico la nostra età", mentre "Giacomo - gli fa eco la Piatti - ha cercato di capire chi siamo realmente e ha parlato a lungo con noi prima di iniziare le riprese e anche durante". In pratica "non possiamo neanche parlare di personaggi, perché i ragazzi del film siamo noi" continua Velluti. "All'inizio li vediamo come degli stereotipi  - spiega Campiotti - perché così li percepiamo quando li incontriamo per strada, con i loro vestiti tutti uguali, quando ancora non li conosciamo. Poi, piano piano, entriamo dentro di loro e scopriamo che sono completamente diversi da come li immaginavamo, che hanno un gran bisogno di parlare di tante cose, anche importanti, dalla perdita di un amico alla droga". Una nota di curiosità: le canzoni della colonna sonora sono firmate da Marco Casu e Marco Velluti.