"Che cosa lega me, Keira Knightley e James McAvoy? Il prenderci cura l'uno dell'altro". Così Joe Wright, che in concorso al Lido ha portato l'Espiazione collettiva tratta da Ian McEwan. Dopo Orgoglio e pregiudizio, Wright torna a lavorare con la Knightley in un altro adattamento da un romanzo storico: "Mi piace raccontare un passato che è presente, ovvero un periodo storico esplorato da uno sguardo contemporaneo, come per il romanzo di McEwan". "Portato" al cinema dai genitori burattinai ("Stavo nel backstage per carpirne i segreti, ne ero affascinato"), Wright ha svelato in laguna il suo prossimo progetto, The Soloist, basato sulla vera storia del musicista prodigio Nathaniel Ayers, divenuto schizofrenico nel suo secondo anno a Juilliard e finito a fare l'homeless nel downtown di L.A., dove suona violino e violoncello. A interpretare quello che Wright definisce "un dramma su musica, emarginazione e follia" saranno Jamie Foxx e Robert Downey jr., interpreti di calibro che attestano lo status internazionale raggiunto dal regista glaswegiano proprio grazie ad Atonement. Città d'origine, Glasgow, anche di James McAvoy, sinceramente contento dell'accoglienza ricevuta dal film al Lido: "Per me un consistente avanzamento professionale, che mi permetterà sempre più di poter scegliere. Responsabilità e nuove pressioni: ora non avrò più scuse". I ruoli prediletti dal 28enne attore scozzese sono quelli "conflittuali per sceneggiatura, scene, personaggi, ambiente e relazioni. Proprio per questo Robbie, che per tutta la prima parte di Atonement non vive alcun tipo di conflitto, è ad oggi il personaggio più difficile che abbia mai portato sullo schermo". Giudicato dalla Knightley il miglior baciatore sul set, McAvoy non abbocca: "Fosse stata qui non con me, ma con Orlando Bloom o Johnny Depp (con l'attrice nella triologia Pirati, NdR) avrebbe detto lo stesso di uno di loro". Disponibile, simpatico e arguto, l'attore sceglie Dustin Hoffman quale collega a cui vorrebbe essere paragonato, ma su tutti gli interpreti incorona Meryl Streep, "superba e inarrivabile". Approdato al cinema a soli 16 anni, a 24 ha sentito di potercela fare davvero, per poi con The Last King of Scotland segnare il primo colpo da novanta: "Recitare al fianco di Forrest Whitaker, premiato con un Oscar strameritato, è stata un'esperienza difficile, ma straordinaria: lui è un attore formidabile, non solo identificazione in stile Metodo, ma arte allo stato puro. Ne sono stato colpito, nel profondo". Sposato con la collega Anne-Marie Duff, di cui per due anni era stato il compagno finzionale nella serie tv britannica Shameless, James McAvoy professa fedeltà assoluta: "Sono il suo animale domestico: dove va la seguo". A tal punto da dichiararsi insensibile al fascino di Angelina Jolie, con cui sta condividendo il set di Wanted. Se Wright e McAvoy hanno conquistato anche per affabilità e humour, diverso l'approccio di Keira Knightley, ossuta non solo d'aspetto: "Il mio e quello di voi giornalisti sono universi paralleli, senza punti di tangenza". Se i rapporti con la stampa, e la stampa stessa, non rientrano evidentemente tra i suoi imperativi categorici ("Il mio lavoro è il film, non la vendita del film"), Keira ha dichiarato qui al Lido che non interpreterà altri capitoli della saga Pirati: "Voglio fare qualcosa di nuovo, e cercare ruoli intellettualmente stimolanti, come questo di Cecile (in origine Wright aveva pensato a lei per il ruolo della middle Briony, NdR), che considero il migliore della mia carriera". Amante del turismo, gelosa senza isterismi della propria privacy, non esclude in futuro "di poter far convivere maternità e professione". Nel frattempo, "il successo è per me un corollario, voglio fare quello che mi piace".