Penso che il libri di Harry Potter siano scritti molto bene e che J.K. Rowling meriti tutto il successo che ha avuto; però non ho mai amato questo tipo di sorcery-fantasy: lo trovo noioso e con un solo grado di lettura". A parlare è Richard Matheson, scrittore, sceneggiatore, saggista nonché autore che, con la sua opera, ha rivoluzionato lo sviluppo del fantastico contemporaneo. "Ho guardato solo il primo film della saga di Harry Potter", continua Matheson, "poi non sono più riuscito ad andare oltre, anche perché ho trovato terribili le scelte di casting". Analizzando il panorama del fantasy contemporaneo, Matheson colloca la saga del maghetto occhialuto nella categoria, abbastanza limitativa, del "kids entertainment", preferendo, invece, l'universo di Twilight. "Stephanie Meyer è riuscita a riproporre, in chiave soprannaturale, l'elemento cardine dei grandi film classici degli anni 30 e 40, ovvero il romanticismo senza l'elemento sessuale esplicito; non so se l'abbia fatto coscientemente (spesso si scrive ciò che si pensa) ma la cosa ha funzionato visto che, recentemente, tre dei suoi libri figuravano nella top ten di vendite". Da grande storyteller qual è, Richard Matheson analizza il fantasy in modo strutturale ma anche viscerale, mettendo in luce, così, gli elementi chiave che riescono ad appassionare e coinvolgere un determinato gruppo di lettori. Di sicuro, il grande scrittore americano non accetta l'opinione di chi, superficialmente, riunisce tutto il fantasy in un grande calderone, soprattutto per quanto riguarda le trasposizioni cinematografiche. Non è possibile, infatti, paragonare la complessità di Alice nel paese delle meraviglie (che per molti, comunque, continua ad essere una storia "per bambini"), Il mago di Oz (che quest'anno festeggia il 70° anniversario) o Il Signore degli anelli con opere quali Harry Potter o Le cronache di Spider Wick. A volte, tuttavia, l'enfasi interpretativa di quel famoso "secondo grado di lettura" che cita Matheson, porta critici e pubblico un po' troppo fuori strada: si pensi alle polemiche (opposte) di stampo religioso che hanno accompagnato l'uscita di Le cronache di Narnia: il leone, la strega e l'armadio o La bussola d'oro, primo capitolo cinematografico tratto dalla trilogia di Philip Pullman "Queste oscure materie". Ma è sempre Matheson, a suo modo, a porre fine a questo tipo di polemiche: "Non sono interessato a lanciare messaggi. Quando un autore di fantasy scrive con questo scopo in testa, non otterrà nulla di buono".