(Cinematografo.it/AdnKronos/Dpa) - Le ambizioni di indipendenza della Catalogna e l’attuale situazione cinematografica sono paragonabili, secondo il regista franco-svizzero Jean-Luc Godard, protagonista oggi a Cannes di una conferenza stampa senza precedenti, in cui è intervenuto ed ha risposto alle domande dei giornalisti collegato attraverso uno smartphone.

Lucido, ironico, il regista 87enne gareggia nel concorso francese con Le livre d’image, un film in cui compone un mosaico sul mondo attuale attraverso immagini, testi di grandi scrittori e opere d’arte intrecciate in modo eterodosso, in un modo in cui solo un avanguardista come lui poteva fare.

In uno dei fotogrammi del film si legge "Omaggio alla Catalogna", il titolo del libro di George Orwell dedicato alla guerra civile spagnola che aveva deciso di includere nel suo film ben prima che l’argomento tornasse di stretta attualità politica.

Ma quando era impegnato nel montaggio la situazione di tensione tra la regione spagnola e il governo centrale di Madrid è precipitata. "Il cinema è come la piccola Catalogna, ha difficoltà ad esistere", ha aggiunto il regista, che ha sottolineato subito che il suo non è cinema politico.

C’era grande attesa a Cannes per poter parlare con il cineasta che molti spettatori considerano una divinità. Il suo cinema travalica i gusti e si colloca in un’altra dimensione. Non ha nulla a che vedere con ciò che viene solitamente mostrato sugli schermi.

E l’artista di 87 anni, conosciuto, tra le altre cose, come regista trainante della Nouvelle Vague, è riuscito ancora una volta a dividere il pubblico tra chi lo ama e chi non lo ama affatto.

Il regista, che parla lentamente ma non ha rinunciato al suo sigaro in bocca durante il collegamento con la stampa, ha detto di voler continuare a fare film, finché la salute glielo permetterà: "Penso di sì, continuerò, dipende solo dalle mie gambe, dalle mie braccia, dai miei occhi, dal coraggio di vivere la vita, ma soprattutto dal coraggio di immaginare. Quello che non devono mai smettere di fare i giovani", ha detto sottolineando che "molti film riproducono ciò che sta accadendo" ma, a suo parere, "il cinema dovrebbe mostrare ciò che non sta accadendo".