Il calore di Siviglia e del flamenco ha premiato il jazz e la fredda guerra (ma bollente nel racconto) di Cold War, il film di Pawel Pawlikowski già premiato con la regia a Cannes e tra i favoriti al prossimo Oscar per il film straniero. Il mélo storico che Pawlikowski ha dedicato ai genitori, di cui parafrasa la storia, ha vinto 5 EFA (European Film Awards): miglior film, regia, sceneggiatura, attrice protagonista - la miracolosa Joanna Kulig - e montaggio.

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Sconfitti Alice Rohrwacher, 4 nomination ma vincitrice con Lazzaro Felice del premio degli studenti, e Matteo Garrone, il cui Dogman ha però vinto il premio per il miglior attore Marcello Fonte, che bissa meritatamente il premio vinto a Cannes, più due premi tecnici per i costumi e il trucco.

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Anche gli altri contendenti ai premi principali si accontentano delle briciole: Girl, l’opera prima di Lukas Dhont, ha vinto il premio FIPRESCI come scoperta dell’anno, e Border di Ali Abbas, la sorpresa dell’anno, ha fatto il pieno di nomination ma porta a casa solo l’EFA per i migliori effetti speciali.

L’Italia torna a casa anche con due altri importanti premi: il premio del pubblico con Call Me by Your Name di Luca Guadagnino, votato on line dagli spettatori europei, e quello per il miglior cortometraggio assegnato a Gli anni, diretto da Sara Fgaier e già apprezzato alla Mostra del Cinema di Venezia.

L’animazione documentaristica e politica di Another Day of Life vince il premio per il miglior film animato e Bergman - A Year in the Life quello per il miglior documentario.

Ben 3 i premi onorari assegnati dall’Accademia europea: a Ralph Fiennes per il contributo europeo al cinema mondiale, a Carmen Maura il premio alla carriera dell’Academy (la sua lotta per parlare inglese il momento più spassoso della serata) e a Costa-Gavras, il premio onorario dell’Accademia: la sua compostezza e precisione nelle parole è stato invece il momento più toccante.

È stata la verità, in un mondo dominato da bufale e fake news, il filo conduttore della serata che ha cercato di celebrare l’unità europea e la fertile diversità delle nazioni che compongono l’unione, usando tanto la retorica quanto l’umorismo: il discorso di Armando Iannucci, premiato come regista della miglior commedia europea con The Death of Stalin, si chiude con una pernacchia. Messaggio forte e chiaro per chi cerca Brexit, Italexit o, come ha chiosato la conduttrice Rossy De Palma, una Sexit (Spain Exit) davvero poco sexy.