(Cinematografo.it/Adnkronos) - E' morto oggi a Parigi stroncato da un'infezione polmonare il regista franco cileno Raul Ruiz. Aveva 70 anni. Secondo la casa di produzione portoghese Clap Filmes, il funerale sarà celebrato il 23 agosto nella capitale francese, mentre il corpo del cineasta sarà seppellito in Cile.
Regista tra i piu' importanti e prolifici del Cile, Ruiz è sempre stato considerato eccentrico e poco classificabile nel registro dei generi, per cui è stato prevalentemente apprezzato da una nicchia di cinefili. Negli anni '90 però, alcuni attori del calibro di Marcello Mastroianni, Catherine Deneuve, John Malkovich e altri, chiesero di lavorare con lui, dandogli la possibilità di ottenere budget consistenti e distribuzioni di buon livello.
Ruiz nasce in Cile, a Puerto Mont, il 25 luglio del '41. Al termine degli studi di teologia, a 19 anni, realizza la sua opera prima, La maleta. Dopo esperienze anche fuori dal Cile, il successo arriva nel 1968 con il film Tres tristes tigres, adattamento dell'omonimo romanzo di Guillermo Cabrera Infante, che vince il Pardo d'Oro al festival di Locarno. In quell'anno sposa Valeria Sarmiento, che sarà la montatrice della maggior parte dei suoi lavori.
Diventato consigliere per il cinema durante il governo di Salvador Allende, Ruiz è costretto nel '74 a lasciare il suo Paese con l'ascesa al potere di Pinochet e a rifugiarsi in Francia, dove prosegue l'attività di cineasta con film che vengono proiettati nei principali festival europei. Interpreta anche un piccolo ruolo in Palombella rossa di Nanni Moretti al quale in seguito offre un ruolo in Tre vite e una sola morte, film che gira nel '96 con Mastroianni protagonista. Nel '97 vince l'Orso d'argento a Berlino con Genealogia di un crimine, interpretato da Catherine Deneuve e Michel Piccoli. L'ultima pellicola è Klimt del 2006, con John Malkovich nei panni del celebre pittore viennese.