Un blocco respiratorio ha ucciso ieri notte a Colombo (Sri Lanka) lo scrittore britannico Sir Arthur C. Clarke. Aveva 90 anni. Dopo Heinlein, Asimov e Sagan, la generazione di autori che ha inventato la fantascienza moderna perde un altro pezzo da novanta. Aveva raggiunto la notorietà grazie a The Sentinel, un racconto da cui Stanley Kubrick trasse ispirazione per il suo capolavoro visionario, 2001: Odissea nello Spazio. La sentinella era un monolite lasciato sulla luna da extraterrestri con uno scopo preciso: agire da guardiano galattico per avvisarli di eventuali pericoli inter-stellari. Nel racconto la sentinella diventa attiva, e segnala il pericolo, quando l'uomo arriva sulla luna. Una soluzione letteraria che affascinò Stanley Kubrick, anche se nell'opera del regista inglese il monolite compare all'inizio mentre nel racconto, che diventerà romanzo con lo stesso titolo del film, solo alla fine. Clarke collaborò attivamente alla sceneggiatura, facendo la spola tra lo Sri Lanka, dove si era rifugiato nel 1956, e Londra. Nato a Minehead, nel Somerset, il 16 dicembre del 1917, cominciò fin da ragazzo a scrivere di fantascienza. Della serie di 2001, Clarke ha scritto complessivamente quattro romanzi. Dopo quello portato sullo schermo da Kubrick uscirono 2010 Odissea due, 2061 Odissea tre e 3001 Odissea finale. Noto agli appassionati anche il suo ciclo di Rama (quattro romanzi scritti tra il '73 e il '93). Fu considerato un autore di fantascienza "hard" o classica, attenta alla verosimiglianza scientifica. Dieci anni fa divenne baronetto d'Inghilterra.