Quattro in testa, il Joker primo con undici, il terzetto The Irishman, Once Upon a Time In… Hollywood e 1917 a dieci: questo il verdetto delle nomination ai 92esimi Academy Awards, in programma il 9 febbraio.

Dovessimo giocarci un euro, diremmo che finirà come ai Golden Globes, con 1917 e Sam Mendes vittoriosi per film – lì drammatico, qui non c’è distinzione – e regia, sebbene la mancanza di candidature attoriali ne limiti – e il discorso vale anche per Parasite di Bong Jonn-ho, sei nomination tra cui film e  regia – il potenziale.

Per il resto, grande prova per Netflix, che va a bersaglio per ventiquattro volte - meglio di tutti gli studios - con The Irishman, Marriage Story (sei, tra cui film e gli attori Adam Driver, Scarlett Johansson e Laura Dern), The Two Popes (tre, tra cui Anthony Hopkins non e Jonathan Pryce protagonista) e le animazioni Klaus e I Lost My Body – a proposito, snobbato Frozen 2.

Sul fronte diversity, nessuna regista donna in lizza e la sola Cynthia Erivo a contrastare lo strapotere bianco tra gli interpreti.

Da segnalare anche la cinquantaduesima nomination del compositore John Williams, la quarta in carriera di Renee Zellweger (Judy) e l’exploit di Scarlett Johannson, candidata quale protagonista (Marriage Story) e non (Jojo Rabbit).

Sul fronte straniero, oltre all’ottima griglia di partenza di Bong, ambo per Dolor y gloria di Pedro Almodovar, in gara con Banderas e quale film internazionale.

Infine, a voler confrontare i festival guardando ai nove in lizza quali Best Picture, la Mostra di Venezia fa (undici Joker più sei Marriage Story) diciassette e prevale su Cannes (dieci Once Upon a Time in Hollywood più sei Parasite) per una candidatura. Ah, The Irishman potrebbe uscire a mani vuote, Parasite è l’outsider di gusto e sostanza, l’Hollywood di Tarantino candidato forte con Pitt non protagonista e la sceneggiatura originale, ma forse non di più.