Ridono, piangono, si scambiano effusioni, combattono in difesa dei loro valori: "Le tigri sono in grado di provare gli stessi sentimenti umani". Così Jean-Jacques Annaud ha presentato oggi a Roma il suo nuovo film Due fratelli, in uscita nelle sale italiane l'1 ottobre in 300 copie. "L'uomo -  dice il regista francese - è abituato a considerarle solo come animali selvaggi e pericolosi. In realtà sono esseri sensibili, in grado di gioire e soffrire esattamente come noi. E' per questo che adoro il mondo asiatico, lì c'è una diversa considerazione degli animali rispetto al mondo occidentale". Girato interamente in Cambogia, nella regione di Angkor, e ambientato negli anni '20, Due fratelli è la storia di due cuccioli di tigre, che crescono nel cuore della giungla tra le rovine di un antico tempio buddista, fino all'incontro con un ex-cacciatore (interpretato da Guy Pearce). La tigre più timida, Kumal, verrà venduta e sfruttata all'interno di un circo, mentre suo fratello Shanga sarà messo in cattività e addestrato ai combattimenti. L'idea di girare Due fratelli è nata nella mente del regista sin dalla fine degli anni '90. "E' un film a metà tra l'avventura e il cartone - spiega Annaud - in cui ho voluto comunicare sentimenti di libertà e fraternità. Per far ciò ho utilizzato una specie animale con le cui emozioni desidero identificarmi". Il film ha richiesto 169 giorni di riprese. "Non è stato facile lavorare con le tigri, ci sono voluti mesi e mesi di preparazione per addestrarle - racconta il regista - ma il risultato è stato quello che speravo: ogni singolo sguardo, ogni espressione e tutta la gestualità delle tigri che si vedono sullo schermo, sono completamente naturali. Nessuna scena è stata ricostruita al computer". Per ciascuna tigre sono state utilizzate tre diverse controfigure, allo scopo di proteggere gli animali e non farli stancare. "Un po' come avviene per gli attori - dice Annaud - che nelle scene più difficili vengono sostituiti dagli stuntman". I felini sono stati preparati da Thierry Le Portier, responsabile di una fattoria nella Francia occidentale dove vivono 24 tigri e già collaboratore di Annaud nel'88 per il film L'orso. Particolare attenzione ha richiesto la scelta dei due esemplari che hanno interpretato la scena clou del film: il momento in cui i due fratelli, costretti dall'uomo al combattimento, si riconoscono e finiscono per abbracciarsi. "Ho utilizzato due tigri che si conoscono e si amano '  spiega Le Portier - perché nei rapporti tra animali subentrano gli stessi sentimenti di simpatia e antipatia che regolano le relazioni umane". Ma Due fratelli non è solamente  un film. E' anche un grido d'allarme in soccorso di una specie in via di estinzione. E' per questo che il WWF ha accolto l'ultima opera di Annaud all'interno del "Progetto Tigre", lanciando una raccolta di fondi. "Delle 100.000 tigri che popolavano la terra un secolo fa, ne restano appena 5000" ammonisce il presidente del WWF Italia Fulco Pratesi. "Perciò - aggiunge  - è importante sostenere film come questo che sensibilizzano il pubblico alle tematiche ambientali".