“Una grande avventura horror e comica”. Così i fratelli Manetti, qui nelle vesti di produttori e di sceneggiatori, definiscono Il Mostro della Cripta.

Presentato fuori concorso al Locarno Film Festival e in sala dal 12 agosto distribuito da Vision Distribution, il film, diretto da Daniele Misischia, è una storia di nerd e di fumetti ambientata negli anni ottanta. Protagonista è il giovane Giò (Tobia De Angelis), che un giorno sfogliando l’ultimo numero del suo fumetto preferito, Squadra 666- Il Mostro Della Cripta, scritto e disegnato da uno dei suoi idoli, Diego Busirivici (Lillo Petrolo), si accorge di alcune analogie tra il racconto in quelle pagine e gli atroci avvenimenti che stanno seminando morte e terrore nel suo paese. Nel cast anche Amanda Campana, Giovanni Calcagno e Chiara Caselli.

“È un film che omaggia gli anni ottanta. Ho voluto mischiare la commedia con l’avventura, l’horror e l’azione”, dice il regista che dopo l’apocalittico e claustrofobico zombie-movie The End? L’inferno fuori (2018) porta al cinema un altro film di genere. E i Manetti Bros: “Volevamo farlo noi da registi qualche anno fa. Poi abbiamo deciso di proporlo a Daniele. Siamo cresciuti in quegli anni e citiamo i grandi film che abbiamo amato nella nostra gioventù da quelli di Spielberg ai Gremilins e I Goonies. Ma c’è anche la letteratura di Stephen King. Pur essendo fantastico, questo è un film quasi autobiografico perché parla di noi che abbiamo vissuto quegli anni con le telecamerine a fare dei cortometraggi orrendi di genere, proprio come Giò nel film”.

Il regista Daniele Misischia

Anche Lillo conosce bene quegli anni. “Sono un appassionato di fumetti. Negli anni ottanta ne leggevo tantissimi e vedevo tanti film di genere, dalla fantascienza all’ horror e all’ avventura. Sono contento di aver partecipato a un film che vedrei immediatamente come spettatore. Gli effetti speciali sono quelli che si usavano all’epoca. Dietro c’è stato un grande lavoro artigianale: dal mostro meccanico alle polpette che schizzano sangue”.

Non è solo importante il periodo storico, ricostruito in ogni minimo dettaglio grazie alla scenografia di Noemi Marchica, ma anche il paesino nel quale si svolge la storia, ovvero Bobbio, comune italiano della provincia di Piacenza.

“All’inizio il film si svolgeva in un’altra parte d’Italia- raccontano i Manetti-. Noi siamo molto legati a Bologna e all’Emilia Romagna. Abbiamo scelto Bobbio anche per lo strepitoso festival che fanno lì e che è organizzato da Marco Bellocchio, nativo del borgo emiliano. Per questo motivo lo citiamo nel film con il suo capolavoro I pugni in tasca. Nominiamo anche suo figlio, Pier Giorgio, perché lavora con noi. È un nostro socio. Ed è il produttore esecutivo di questo film”.

Non solo Bellocchio. Ne Il Mostro della Cripta c’è anche un rimando a Nanni Moretti. “Mi piacciono molto i suoi film e rappresenta il cinema all’esatto opposto di quello che piace a Giò, un ragazzo di vent’anni che vuole fare film horror- dice il regista-. Ho nominato Nanni Moretti per caratterizzare ancora di più la voglia del protagonista di andare contro al solito cinema che viene proiettato nel suo paesino e adatto alle persone dai cinquant’anni in su”.