"Dopo Syriana e Michael Clayton, continuavano ad offrirmi copioni politici, ma non ho mai voluto essere un regista impegnato. Ma un regista e basta", così George Clooney giustifica la scelta di dirigere e interpretare la commedia In amore niente regole, da venerdì 14 aprile nelle sale italiane in 250 copie distribuite dalla Universal. Nel film, presentato stamattina a Roma nella sontuosa cornice del St. Regis Grand Hotel, Clooney è John Dodge Connolly, il carismatico capitano dei Duluth Eskimos, una squadra di football formata da scapestrati e ubriaconi di cui il nostro vorrebbe risollevare le sorti. L'asso nella manica è Carter Rutherford (John Krasinsky), gran giocatore ed eroe di guerra pluridecorato. Ma i rapporti tra i due diventano presto burrascosi a causa della reporter Lexie Littleton (Renée Zellweger), che fa presa sul cuore di entrambi. Omaggio dichiarato alle screwball comedy del passato, personaggio e interpretazione di Clooney fanno pensare agli indimenticabili Cary Grant e Clark Gable: "Ammetto il debito con La signora del venerdì e Scandalo a Filadelfia - conferma il regista e attore - ma non posso tollerare un mio accostamento a Grant e Gable. E' ingiurioso. Per loro". L'ultima star rimasta, come l'ha ribattezzato il Time Magazine, confessa di essersi divertito molto con quest'ultimo lavoro: "Non avevo partner intelligenti - scherza strizzando l'occhio alla Zellweger che lo ha accompagnato nel suo viaggio in Italia - ma molto simpatici. E poi sono un patito del football, ed è stato un vero spasso potersi rotolare nel fango insieme a una combriccola di amabili mascalzoni". Abile a dribblare la tendenziosa domanda di un giornalista che gli chiede quanto si senta vicino al personaggio di Dodge (che nel finale del film convola a nozze, mentre l'attore confessa di essere ancora indeciso), Clooney si mostra disponibile a parlare di tutto, tanto che alla fine il suo sarà un one man show, in cui passa con disinvoltura dal cinema a tutto il resto. E la politica che era uscita dalla porta, rientra dalla finestra. "Non è un mistero la mia simpatia per Barak Obama. Trovo che sia un grande oratore, capace di parlare a tutti, vecchie e nuove generazioni. La sua parola suscita emozioni simili a quelle che provocarono al tempo Roosevelt e Kennedy". L'oggetto del desiderio di milioni di donne non rinuncia a dire la sua neppure sulle elezioni italiane: "Sono un grande amico di Veltroni. Come Obama rappresenta il nuovo, capac di parlare di temi spesso trascurati dai politici del vostro Paese". Un Paese, l'Italia, che rappresenta un pò la seconda casa di Clooney: "Acquistare la villa sul Lago di Como è stata una delle mie scelte più felici. Amo l'Italia e credo che gli americani abbiano molto da imparare da voi. Ora spero che ripuliscano il lago". Meno indulgente sulla Cina: "Dietro i boicottaggi delle olimpiadi - spiega il divo - c'é la difesa dei diritti umani. Che vadano avanti, senza scadere nella violenza". Da poco nominato ambasciatore di pace Onu, Clooney esprime speranze per la risoluzione della questione del Darfur: "Probabilmente riusciremo a portare al tavolo delle trattative gli ultimi due leader ribelli che finora si erano rifiutati di negoziare. Bisogna però mantenere desta l'attenzione internazionale e sperare che i Paesi occidentali non dimentichino le promesse fatte". Meno incertezze invece sul futuro da regista: "Probabilmente girerò un film l'anno prossimo che risentirà del clima pre-elettorale di questi giorni. Protagonista un consigliere politico del candidato alle presidenziali".