La scorsa settimana la Presidenza ANEC ha reso noto, con lettera indirizzata ad Anica e trasmessa per conoscenza alla DG Cinema del Mibact, che il Congresso nazionale riunitosi in data 13 marzo ha deliberato all’unanimità contro l’impostazione dei CinemaDays data dalla stessa Anica, in accordo con il Mibact, dal momento che, a sole tre settimane dal primo periodo utile identificato (9-12 aprile), le modalità e il dettaglio promozionale dell’iniziativa (messaggio, contenuto dello spot e pianificazione) non erano ancora stati resi noti, nonostante i ripetuti solleciti di ANEC a ormai più di un mese dalla proficua riunione del gruppo tecnico interassociativo. L’impressione ricavata, poi confermata dai fatti sentendo parlare i rappresentanti Anica di un comunicato stampa imminente, era quella di una volontaria esclusione dell’esercizio dal processo consultivo e decisionale.

L’anomalia procedurale si è riverberata nella decisione del Congresso ANEC, con il rammarico per l’occasione mancata di rilancio dei CinemaDays, evento fortemente voluto da ANEC e ANEM nel 2015 e nel 2016, sulla scia di precedenti edizioni della “Festa del Cinema” e di analoghe iniziative promozionali realizzate in Francia e Spagna ormai da anni, con grande successo. Il tentativo di realizzare con continuità e su basi solide una campagna promozionale una o due volte l’anno, per pochi giorni e a prezzo promozionale per rilanciare la magia dello spettacolo cinematografico, si è interrotto a fine 2016 per la campagna a 2 euro fortemente voluta e realizzata dal Mibact che, se ha avuto il merito di dispiegare risorse ingenti per una promozione forte e incisiva del Cinema sui media tradizionali e sui social network, dall’altro lato ha creato nel pubblico la convinzione che il cinema potesse essere fruibile a un prezzo troppo basso, creando un effetto-attesa che non ha giovato alla frequentazione complessiva delle sale né ha creato nuovo pubblico, come ha confermato uno studio commissionato dallo stesso Mibact alla società GFK. Anche in quel caso, considerazioni critiche in chiave propositiva formulate dall’ANEC, sull’entità dello sconto e sulle modalità di coinvolgimento della professione cinema, sono state minimizzate e messe in cattiva luce dalle altre Associazioni del settore, in un clima di attesa per i decreti attuativi della legge cinema.

Venendo ad oggi, l’ANEC aveva confermato il proprio pieno interesse nel rilancio dei CinemaDays, attesa la disponibilità del Mibact a finanziare una nuova campagna promozionale. Due i periodi considerati per i 4 giorni a prezzo scontato, dal lunedì al giovedì: aprile e fine settembre-inizio ottobre. Ai due periodi, l’Anica ha aggiunto (con una “logica-pacchetto” che ha suscitato perplessità per la scarsa propensione al dialogo) ben sette giorni di promozione a 3 euro a metà luglio e, dopo una discussione articolata e su proposta dello stesso esercizio, una settimana di anteprime a prezzo pieno dei film di punta in uscita nelle settimane successive, da svolgersi a metà agosto. Fermo restando che la scarsa distribuzione estiva di film validi è un problema pluridecennale che l’ANEC non manca di evidenziare come una delle più incisive cause della stasi del mercato in Italia (fermo intorno ai 100 milioni di spettatori annui), si è ritenuto che una semplice “rassegna” a metà luglio di film della stagione trascorsa non fosse occasione valida e opportuna per una campagna promozionale tesa a rilanciare il consumo di cinema in estate.

Nelle riunioni successive, è stato comunicato dai vertici dei distributori Anica che titoli di punta sarebbero usciti a metà luglio, anche se i listini annunciati dalle stesse Case distributrici erano del tutto privi di nuove uscite nella data considerata. Qualche titolo in effetti è stato successivamente posizionato nel periodo di riferimento, per buona volontà di un paio di società, ma ancora ben lungi dal dare la sensazione della convinzione che il mercato italiano possa definirsi maturo e al passo con gli altri principali mercati europei, con una stagione estiva degna di questo nome. La realtà è ben nota agli addetti ai lavori: niente cinema italiano in attesa dell’affollamento veneziano; pochi film d’autore; diversi blockbuster americani rinviati a fine estate o in autunno. È vero che la nuova legge cinema, fortemente voluta dal ministro Franceschini, prevede incentivi di natura fiscale per l’uscita di produzioni italiane nel periodo estivo; è del pari vero che un incentivo promozionale per agevolare il troppo atteso cambio di mentalità è ugualmente valido e necessario. Tuttavia, quanto è avvenuto nelle ultime settimane non va nella direzione giusta, in assenza di significativi passi avanti nel rilancio di cinema competitivo e di qualità da giugno a metà agosto. In più, l’Anica si è assunta il ruolo, non necessario, di referente unico nei confronti del Mibact, dando per scontata un’adesione acritica a ogni proposta, senza garantire un dialogo proficuo e la condivisione di obiettivi e strumenti.

Cosa proponeva l’ANEC? Innanzitutto di realizzare una campagna promozionale incentrata sul valore dell’andare al cinema, più che sul prezzo scontato: una sorta di “filo conduttore” da realizzare nel lungo periodo, con alcune declinazioni incentrate “anche” sull’elemento del prezzo: declinazioni individuate nei due periodi di CinemaDays, come già nel 2015 e 2016; in aggiunta, soltanto in presenza di un’offerta valida si sarebbe accettata di buon grado una promozione estiva, in un periodo che vede moltissimi cinema costretti a chiudere per mancanza di offerta e una quota di mercato di cinema nazionale in caduta libera, senza eguali in altri mercati europei. Inoltre, la Presidenza ANEC aveva individuato rilevanti personalità del mondo della Musica italiana pronte a spendersi in prima persona per la promozione del Cinema. Tuttavia, i contenuti della campagna ormai alle porte, si ribadisce, sono rimasti segreti e sono tuttora sconosciuti alle migliaia di sale italiane che pure sono chiamate a farsi parte attiva. Giova ricordare che l’ANEC, attraverso l’AGIS, è socio fondatore dei Premi David di Donatello, che nella serata di premiazione di mercoledì 21 marzo avrebbero dovuto lanciare ufficialmente la promozione di metà aprile: il lancio avverrà, ma mezza industria del cinema non sa concretamente cosa si andrà a lanciare.

Si aggiunge che i contatti avuti da molte aziende ANEC con alcuni dei principali distributori hanno palesato una mancanza di informativa circa le date e le modalità della promozione, suggerendo che, in caso di mancato gradimento delle stesse, alcune uscite di rilievo avrebbero potuto essere a rischio rinvio. In definitiva, a ridosso dell’annuncio della campagna Mibact-Anica mediante comunicato stampa di venerdì 16 marzo (che, per inciso, definisce genericamente Carlo Bernaschi “presidente degli esercenti”), l’ANEC non può che rammaricarsi delle modalità ad excludendum portate avanti dalle Presidenze dei produttori e dei distributori Anica, come della tendenza a perorare atteggiamenti da captatio benevolentiae nei confronti di misure incentivanti ad esclusivo vantaggio dei propri associati e non dell’intero mercato, ivi incluso il miraggio di risolvere la stagionalità del cinema italiano senza alcun passo avanti concreto.