È la Parigi degli anni Cinquanta, quella dei grandi musicisti jazz, ad aver ispirato la carriera artistica di Antonio Albanese. Per la precisione un film, Round Midnight, di Bertrand Tavernier, che inaugura una nuova tappa della sezione festivaliera "Figli e amanti". Una scelta spiazzante quella del comico, in grado di dire molto di ciò che si cela dietro alla sua maschera. “Ho scelto questa pellicola - spiega l'attore - perché è stata fondamentale in una fase molto delicata della mia vita, quando, attratto dal mondo dello spettacolo, non sapevo bene se tentare o rinunciare”.
È grazie ad uno dei capolavori del regista francese quindi se oggi abbiamo Epifanio, Frengo, Cetto la Qualunque, ma anche un artista versatile, che dopo anni di accademia e di teatro di prosa, scopre il comico come una vocazione: “Fare l'attore è un lavoro molto duro, ma ciò che ti salva è la passione, sentimento che ti rende forte nei momenti bui e che ti aiuta a trovare sempre nuove strade”. Albanese racconta della sua vita prima di diventare artista e di come in Round Midnight il personaggio che gli somiglia di più sia Francis, un semplice amante della musica che riesce a scoprire l'arte grazie ad un grande maestro che è in grado di svelargli i segreti di quell'universo. Un percorso non dissimile, in fondo, dallo stesso Tavernier, che prima di dedicarsi alla regia lavorava nel cinema come addetto stampa.
Ma se la passione muove tutto e non si può arginare, quasi sempre la stessa diventa strumento di distruzione, come dimostra, nel film, Dale Turner, personaggio plasmato sulle figure reali di Bud Powell e Lester Young, che, inghiottito dalla musica, come da un amore e una maledizione insieme, fallisce su tutto il resto della propria vita. “È straordinario - aggiunge Albanese - come Tavernier riesca a utilizzare musicisti veri al posto degli attori. In Round Midnight si respira un'aria dolente, di distruzione ma anche di grande libertà. Un inferno baudleriano di cui non vorresti più fare a meno”.