È iniziata oggi 4 maggio la dodicesima edizione del Ca’ Foscari Short Film Festival. A inaugurare la prima giornata è stato il programma speciale East Asia Now, curato da Stefano Locati, che quest’anno ha selezionato quattro cortometraggi provenienti dall’Asia orientale e dal Sud-Est asiatico. I primi due corti proiettati sono stati Posterity, diretto da Audrie Yeo dalla Malesia e The Scent of Rat Carcasses, dell’indonesiano Dharma Putra Purna Nugraha, entrambi incentrati sui temi della memoria e dei rapporti intergenerazionali.

Si è poi passati a The New Faces, del filippino Mark Raymund Garcia: una riflessione sui volti dell’umanità dopo la pandemia, accompagnata da una voce fuori campo e tecniche performative. Il programma si è concluso con il cortometraggio giapponese Bagmati River, per la regia di Matsumoto Yusaku, che ha raccontato il viaggio che la protagonista compie verso l’Himalaya nepalese alla disperata ricerca del fratello.

La giornata è proseguita con la proiezione dei cortometraggi animati dell’Aardman Studio, celebre casa di animazione fondata da Peter Lord e David Sproxton nel 1972. I cortometraggi hanno ripercorso la storia della casa di animazione inglese specializzata nella tecnica dello stop motion e creatrice di personaggi iconici come Wallace & Gromit. Tra i corti proiettati, presentati dallo stesso Peter Lord, c’è stato anche il Premio Oscar Creature Comforts, di Nick Park, in cui vengono immaginate una serie di interviste agli animali di uno zoo. A seguire Wrong Trousers, sempre per la regia di Nick Park, che narra la storia di Wallace e della sua creazione di pantaloni robotici in grado di portare fuori il cane al suo posto.

Dopo la cerimonia di apertura che ha dato ufficialmente il via alla dodicesima edizione del Festival, la serata si è conclusa con la proiezione dei primi sei cortometraggi in gara per il Concorso Internazionale, al quale partecipano trenta cortometraggi realizzati da studenti delle più rinomate scuole di cinema e università di tutto il mondo. Il primo è stato Franceska, un cortometraggio di animazione realizzato dallo spagnolo Alberto Cano.

Il suo progetto propone una rivisitazione in chiave contemporanea del racconto di Frankenstein, in cui lo scienziato pazzo desidera riportare in vita la diva che ammira profondamente. L’animazione ha poi lasciato il posto alla tematica della colpa e all’analisi della dinamica padre-figlio: Ian Bariling con il suo Safe esplora, infatti, il concetto di protezione e responsabilità attraverso la storia di un padre che non sa fino a che punto spingersi per aiutare il figlio ad uscire da una situazione di illegalità.

Congenital

È stata poi la volta del musical brasiliano già presentato a Locarno Neon Phantom, in cui il regista Leonardo Martinelli denuncia la realtà precaria e incerta dei lavoratori dell’odierna gig economy attraverso le vicende di João, giovane ragazzo brasiliano disoccupato che si trova costretto ad accettare un impiego come rider. Il quarto corto in gara è stato Congenital, nel quale i registi iraniani Saman Hosseinpuor e Ako Zandkarimi – vincitori del concorso dello scorso anno – trattano il tema della sessualità e delle identità non conformi in un Kurdistan rurale e fortemente tradizionale: è qui che la giovane Roja è costretta a un matrimonio combinato.

Il corto successivo è stato Teuner, di Ond̆rej Veverka, ambientato in una prigione comunista degli anni Cinquanta. Infine Nicholas Ong Kok Weng, di Singapore, ha presentato Scavenger, sulla complicata condizione dell’anziana senzatetto Zhi Lian.