“Mi divertiva fare un film sui becchini”. Parola di Claudio Amendola che nel suo nuovo film, I cassamortari, ha deciso di parlare della morte in modo “dissacrante, cinico e tagliente”.

Dal 24 marzo su Prime Video, il film racconta la storia della famiglia Pasti, ovvero di quattro fratelli, interpretati da Massimo Ghini, Lucia Ocone, Gian Marco Tognazzi e Alessandro Sperduti, che da generazioni gestiscono un’agenzia di pompe funebri. Il loro motto è “Tutti devono morì, ma in pochi ce guadagnano” e il guadagno è ancora più alto quando si tratta del funerale di un famosissimo cantante, interpretato da Piero Pelù.

Scritta dallo stesso Amendola insieme a Roberto Iannone e Kissy Dugan, in collaborazione con Luigi Di Capua, questa black comedy finalmente arriva sulla piattaforma dopo una lunga attesa a causa della pandemia (le riprese erano terminate già a dicembre 2020).

“È  un film che nasce da un’idea mia e di mia moglie Francesca Neri. Mi andava di parlare anche di ipocrisia, attaccamento al denaro e social. Per realizzarlo abbiamo lavorato in stretta collaborazione con la famiglia Taffo, che da anni gestisce un’importante impresa di pompe funebri a Roma. È un mestiere come un altro, con la sua quotidianità. Ci sono i fornitori, i falegnami e via dicendo. C’è tutto un mondo dietro per salutare i nostri defunti”, racconta Amendola.

Claudio Amendola ©Paolo Modugno

E poi sulla coincidenza con il Covid dice: “Ci siamo anche domandati se fosse il caso parlare di morti in questo momento storico, ma la nostra commedia ha sempre trattato argomenti difficili senza mancare di rispetto ai morti. Penso a film come La grande guerra. Bene, se riusciamo in qualche ad alleggerire questi anni siamo contenti”.

Nel film Giovanni (Ghini: “Amendola ha avuto il coraggio di fare una commedia tragicomica su questo rapporto familiare cinico e ipocrita”) ha ereditato dal padre una patologica avarizia che guida ogni sua scelta; Maria (Ocone) ha una forte compulsione a portarsi a letto tutti i vedovi che incontra; Matteo (Sperduti) vuole diventare un influencer e il suo contributo agli affari di famiglia si basa su un irriverente quanto cattivo gusto nella gestione della comunicazione social e infine Marco (Tognazzi) interpreta un mago della tanatoestetica (in pratica trucca i cadaveri) e parla solo con i morti e non con i vivi. “Ho sempre stimato Claudio e qui mi ha dato la possibilità di fare un personaggio diverso- dice l’attore-. Nego la morte e ne sono terrorizzato. Per me mio padre è in tournée da anni. Il mestiere dell’attore in questo senso aiuta a fare pace con i propri fantasmi”.

Nel cast anche Piero Pelù, alla sua prima volta sul grande schermo, escludendo il breve cameo ne L’agenzia dei bugiardi di Volfango De Biasi nel 2019.  “Il cinema è un mondo fatto di attese- dice il cantante-. Sul set aspetti sempre di venire chiamato per entrare in scena. È l’opposto del palco. Amo il cinema e avrei sempre voluto recitare in un film. Ho finalmente realizzato il mio sogno. Qui interpreto una rockstar odiosa, falsa, strafatta e alienata. Rappresenta quello contro cui ogni giorno combatto. È un fake”.

Pelù non solo ha recitato, ma ha anche scritto (insieme a Valerio Carboni) la colonna sonora del film, che contiene il suo singolo inedito: Sete di Vita.