“Io ho finito il film, non posso dare alcun contributo a questa discussione”. Così Sean Penn ai giornalisti che gli chiedono conto dei fischi e dei giudizi negativi ricevuti da The Last Face, la sua quarta regia, in Concorso a Cannes 69. Al suo fianco Charlize Theron e Javier Bardem: la prima, che stava insieme a Penn durante le riprese, interpreta la direttrice di una ONG di aiuti internazionali; il secondo un chirurgo d’emergenza; si ritrovano in Africa, nella Liberia squarciata dalla guerra civile.

Penn, che da anni presta il proprio impegno umanitario per Haiti, loda “l’intrattenimento: è importante, se non è sinonimo del comportamento di Donald Trump. Troppi film lo sono oggi” e pone l’accento sulla bellezza: “Trovarla nelle cose ci restituisce la nostra umanità, ma quella che oggi chiamiamo bellezza è in gran parte la sua perversione”.

Bardem, associato al progetto ancor prima di Penn, dice di esservi entrato “attirato dalla love story, è quella che mi interessava, mentre la Theron evidenzia come il film sia “reale e tangibile. Eravamo nello scenario che si vede sullo schermo “.

Infine, sull’eroismo delle figure che interpretano, ovvero gli operatori umanitari, l’attrice sudafricana conclude: “Quelli che ho incontrato se gli dici “Penso tu sia un eroe’, bene, non credo sia il motivo per cui lo facciano né come si sentano. E’ proprio questa la bellezza: non c’è ego nel loro lavoro”.