Addio Philippe Noiret. A pochi giorni da Robert Altman se ne va un altro grande. Indimenticabile protagonista di tanto cinema italiano e francese, Noiret si lascia alle spalle oltre mezzo secolo di carriera, due premi Cesar e un ruolino di circa 130 film. A stroncarlo, all'età di 76 anni, è stata ieri a Parigi una lunga malattia. Proprio di recente aveva declinato l'invito della manifestazione France Cinema, che gli aveva dedicato una retrospettiva, dicendo che si sentiva poco bene. L'Italia lo ricorda soprattutto per le interpretazioni che ha regalato al nostro cinema a partire dagli anni '70. Più fresche nella memoria le sue partecipazioni al Postino di Massimo Troisi nel 1994 e a Nuovo Cinema Paradiso di Tornatore nell'89, Noiret si guadagna la prima vera popolarità proprio lavorando per un regista italiano. E' il 1973 e la sua interpretazione della Grande abbuffata di Marco Ferreri, accanto a Marcello Mastroianni e Ugo Tognazzi, apre un vero e proprio ciclo. Appena due anni dopo conquista definitivamente il nostro pubblico, affiancando sempre Tognazzi in Amici miei di Mario Monicelli. La sua carriera si divide ormai fra la Francia e l'Italia, dove, fra gli altri, torna a lavorare con gli stessi Ferreri e Monicelli per Non toccare la donna bianca e, nell'86, Speriamo che sia femmina. Memorabile anche il suo contributo a film come Il deserto dei Tartari di Valerio Zurlini, Dimenticare Palermo di Francesco Rosi e La famiglia di Ettore Scola. In Francia, dove aveva esordito nel 1956 dopo una lunga gavetta nel teatro e nel cabaret, il suo nome è legato a registi come Louis Malle (Zazie nel metrò), René Claire (Tutto l'oro del mondo),  René Clement (Parigi brucia?) e soprattutto Bertrand Tavernier (L'orologiaio di Saint Paul, Il giudice e l'assassino, Che la festa cominci..., Colpo di spugna, La vita e niente altro). Manifestazioni di cordoglio provengono già da tutto il mondo del cinema. Fra le più toccanti quella di Mario Monicelli, che lo ricorda come un "amic" e una "razza d'attore in via d'estinzione".