Addio, Alida. La scomparsa della Valli è nel cordoglio del presidente Carlo Azeglio Ciampi "una grave perdita per il cinema, il teatro e la cultura italiana". Con l'attrice - vero nome Alida Maria Laura Altenburger - nata a Pola il 31 maggio del 1921 e scomparsa ieri 22 aprile a Roma se ne va una delle ultime dive prodotte dal nostro cinema, capace nel giro di pochi anni di diventare "la più amata dagli italiani" grazie ai telefoni bianchi e all'immersione nel Piccolo mondo antico di Fogazzaro trasposto da Soldati nel 1941, che valse alla Valli appena ventenne il premio di miglior attrice alla Mostra di Venezia. Diva nostrana e internazionale, in toccata e fuga a Hollywood diretta da Hitchcock nel Caso Paradine e al fianco di Sinatra (Il miracolo delle campane) e Welles (Il terzo uomo). E poi di nuovo in Italia, in Senso di Visconti, nel Grido di Antonioni, nell'Edipo Re di Pasolini e ancora nella Strategia del ragno e in Novecento di Bertolucci, in Suspiria e Inferno di Argento. Ma questi titoli, pur importanti, dicono poco di una donna che ha sempre posato uno sguardo intenso e vitale, forte e insieme fragile, di fronte alla macchina da presa e di fronte alla vita. Questa era Alida Valli.