Yellow Submarine - Il sottomarino giallo

Yellow Submarine

GRAN BRETAGNA 1968
Pepelandia è un paese felice: questo è fonte d'invidia per i Biechi Blu che odiano la bellezza, i fiori e la musica. Con le loro armi essi attaccano l'inerme popolo pietrificandolo dopo aver distrutto la natura circostante. Solo un marinaio si salva, imbarcandosi su di un sottomarino giallo su cui fa salire, per essere aiutato, i quattro Beatles. Nel loro lungo girovagare per il mondo sottomarino essi incontrano i piu' strani esseri e sfuggono a vari pericoli. In un luogo astratto e amorfo trovano un essere svagato e pieno di saggezza che si unisce alla compagnia. Rinvenuta la strada giusta essi rientrano di nascosto in Pepelandia e preparano un piano per scacciare i nemici. Armati dei loro strumenti musicali i Beatles riportano la vita nella natura e negli abitanti che, inneggiando all'amore, prima cacciano e poi convertono al loro modo di vivere i Biechi Blu.
SCHEDA FILM

Regia: George Dunning

Soggetto: Lee Minoff

Sceneggiatura: Lee Minoff, Al Brodax, Jack Mendelsonn, Erich Segal, Roger McGough - non accreditato

Fotografia: John Williams (III)

Musiche: Paul McCartney, John Lennon

Montaggio: Brian J. Bishop

Scenografia: Heinz Edelmann

Effetti: Charles Jenkins

Durata: 88

Colore: C

Genere: ANIMAZIONE MUSICALE

Specifiche tecniche: 35 MM (1:1.66) - TECHNICOLOR DE LUXE

Tratto da: dalla canzone omonima di John Lennon e Paul McCartney

Produzione: AL BRODAX PER KING FEATURES PRODUCTION, APPLE FILMS

Distribuzione: DEAR - UA

NOTE
- REGIA ANIMAZIONE: JACK STOKES, BOB BALSER.

- DISEGNI: HEINZ EDELMANN, JOHN CRAMER, GORDON HARRISON.

- SFONDI: ALISON DE VERE, MILLIE MC MILLAN.

- DIREZIONE MUSICALE: GEORGE MARTIN.

- SCENE: DONALD COHEN, KEN ROLLS.
CRITICA
"Una favola moderna raccontata in un cartone animato disancorato dagli schemi usuali e pieno di fantasia e buon gusto. Anche se gli autori nel creare questo autentico caleidoscopio di disegni e colori si sono talvolta dilungati nel ricercare gli effetti cromatici più assortiti e stravaganti facendo perdere in qualche punto il ritmo al lavoro, questo conserva una suggestione e un fascino particolare." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 67, 1969)