VOCI D'EUROPA

ITALIA 1990
Tre cortometraggi girati in tre diversi paesi d'Europa in quattro anni. Tre variazioni sullo stesso tema. Tre diverse storie d'amore vissute da Alberto:"Semmi mas" in Ungheria, "Radio Miramar" a Gibilterra e "Descuidos" in un piccolo paese della Spagna.
SCHEDA FILM

Regia: Corso Salani

Attori: Monica Rametta, Corso Salani

Sceneggiatura: Corso Salani, Monica Rametta

Fotografia: Riccardo Gambacciani

Musiche: Antonio Aiazzi

Montaggio: Sandra Brogioni

Durata: 110

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Produzione: BALATON FILM/SACHER FILM

Distribuzione: IMC

NOTE
- EPISODI DEL FILM: "SEMMI MAS" - "RADIO MIRAMAR" - "DESCUIDOS"

- OPERA PRIMA
CRITICA
"Potrebbero avere per epigrafe la parafrasi di un detto famoso: se amate la solitudine, mettetevi in coppia. Possibili modelli stilistici più o meno inconsci: Wenders, Jarmush, Ruiz e, specialmente nel terzo episodio della bambina, lo stesso Moretti. Più che un film, sono appunti per un film, fatto - per dirla in termini musicali - di melismi. Corso Salani persegue una precisa idea di cinema che è anzitutto un'idea morale. C'è un cinema dell'azione, un cinema della parola, un cinema del comportamento; quello di Salani è un cinema del sussurro: concetti magari confusi e balbettati, ma immagini chiare e distinte. La sua è la voce annaspante e smozzicata di una generazione in preda al malessere che sa soltanto quello che non vuole." (Morando Morandini, 'Il Giorno', 14 Marzo 1990)

"Difficile dire quanto ci sia di Corso Salani nei tre personaggi maschili, ma certo l'attore regista si diverte, senza variare il tono un po' monocorde della propria voce, a dar corpo a un trio di uomini fragili, disturbati, poco in pace con se stessi e ancor meno col mondo che li circonda. Quanto allo stile, anche se i quadri fissi, gli stacchi senza dissolvenza, la presenza costante della radio fanno pensare a Jarmusch o a Wenders, è probabile che Salani abbia fatto di povertà virtù, ovviando alla scarsezza di pellicola e a una certa improvvisazione dei dialoghi con una fantasia aspra (talvolta intellettualmente ricattatoria) che rifiuta ogni complicità con lo spettatore. Si esce da 'Voci d'Europa' un po' confusi e un po' irritati, ma con il piacere di aver scoperto un regista senza sindromi di Peter Pan e sogni nel cassetto. Auguri per il prossimo film, sempre che glielo facciano fare..." (Michele Anselmi, 'L'Unità', 15 Febbraio 1990)

"Cinema povero, non povero cinema. Composto di tre episodi della durata di trenta minuti l'uno, realizzati in altrettanti paesi stranieri nell'arco di tre anni, 'Voci d'Europa' è la dimostrazione che non serve sognare budget grassi e saporiti per fare della buona nouvelle cuisine cinematografica. Fiorentino, 28enne, trapiantato a Roma con alle spalle alcuni cortometraggi e videoclip, Corso Salani aspira a proporsi come autore/attore autarchico, demiurgo assoluto - con la collaborazione, nella sceneggiatura e nell'interpretazione, di Monica Rametta - di immagini in grado di tessere relazioni meticolose tra autobiografia e linguaggio. Presentato a Riminicinema e al II Festival del Cinema Italiano di Roma, distinguendosi per la sua estrema essenzialità narrativa, che pur si fa via via meno rigida di episodio in episodio, 'Voci d'Europa' è un film eliso ed elusivo, un work in progress da cui affiorano tempi e modi di una ricerca stilistica a tappe. Rapsodico, sincopato ed ellittico, caratterizzato da una recitazione astratta e - più ancora che straniata - distratta, il film non fa che eseguire, in chiave minimalista, tre diverse variazioni sullo stesso tema." ('Vivilcinema')