Viaggio alla Mecca - Le grand voyage

Le grand voyage

Pellegrinaggio on the road di padre e figlio poco convincente. Ismael Ferroukhi cade nell'iperbole

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FRANCIA 2004
Reda, un giovane marsigliese di origini marocchine, decide di accompagnare in pellegrinaggio alla Mecca il suo anziano padre Mustafà, che si sente prossimo alla morte. Il viaggio è l'occasione per approfondire la conoscenza tra i due e per mettere a confronto le loro idee distanti solo in apparenza...
SCHEDA FILM

Regia: Ismaël Ferroukhi

Attori: Nicolas Cazalé - Reda, Mohamed Majd - Il padre, Jacky Nercessian - Mustapha, Ghina Ognianova - Donna anziana, Kamel Belghazi - Khalid, Atik Mohamed - Ahmad, il pellegrino, Nihat Nikerel - Capo della polizia turca, Kadir Kaparoglu - Poliziotto, Name Ugantas - Moglie di Mustapha, Leïla Fadili - Ballerina, Raouya - Mendicante, Lahsen Albaz - Pellegrino Mounir, Ahmed Lambarki - Vecchio Religioso Dell'Obitorio, Erol Atac - Doganiere turco, Kirill Kavadarkov - Barman yugoslavo, François Baroni - Doganiere italiano, Malika Mesrar El Hadaoui - La madre, Blajo Wymenski - Uomo del cambio, Roxane Mesquida - Lisa, Sadik Deveci - Doganiere turco, Krassi Kpacu - Doganiere serbo

Soggetto: Ismaël Ferroukhi

Sceneggiatura: Ismaël Ferroukhi

Fotografia: Katell Djian

Musiche: Fowzi Guerdjou

Montaggio: Tina Baz

Costumi: Christine Brottes

Durata: 105

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: 35 MM

Produzione: HUMBERT BALSAN PER OGNON PICTURES, ARTE FRANCE CINEMA, SOREAD 2M, CASABLANCA FILMS PRODUCTIONS, LES FILMS DU PASSAGE

Distribuzione: ISTITUTO LUCE (2006)

Data uscita: 2006-05-05

NOTE
- PRESENTATO ALLA 19MA SETTIMANA DELLA CRITICA, LEONE DEL FUTURO PREMIO VENEZIA OPERA PRIMA "LUIGI DE LAURENTIIS" ALLA MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA 2004.
CRITICA
"E' forse la prima volta, a memoria di occidentale, che la città sacra dell'Islam appare su grande schermo, e basterebbero quelle scene impressionanti a giustificare la visione di 'Le grand voyage'. Ma i pregi del primo film diretto dal 43enne franco-marocchino Ismaël Ferroukhi sono altrove. Fra lotte per il potere e incomprensioni reciproche, talvolta perfino buffe, padre e figlio attraversano infatti Francia, Italia, poi ex-Jugoslavia, Bulgaria, Turchia, Siria, Giordania. E accanto al viaggio geografico se ne delinea uno interiore, quasi un percorso iniziatico e insieme quotidiano. (...) Ma non si pensi a un film apologetico: nel pellegrinaggio di Réda e di suo padre (così intensi ed utentici che si stenta a credere siano professionisti) il dato religioso è secondario. O meglio discende dalle cose stesse, dagli imprevisti, dagli equivoci (il turco appiccicoso scambiato per un ladro), dagli incontri lungo il cammino. Indimenticabile, fra tutti, la vecchia che sale in auto nell'ex-Jugoslavia, presenza muta e inquietante ma anche perfettamente naturale (come tutto nel film), sorta di fantasma che terrorizza il giovane ma sembra normalissima al padre... Insomma un grande film 'spirituale', uno dei tanti di questi anni: e pensiamo al 'Grande silenzio' di Groning, o a 'Primavera, estate, autunno' etc. di Kim Ki-duk, ma meno esigente, anzi incredibilmente semplice, diretto, fattuale. Come se l'esperienza, per una volta, prevalesse sulle immagini." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 5 maggio 2006)

"Se lo schema dell'itinerario on the road comporta qualche incontro picaresco, anche per movimentare il racconto, a prevalere è l'evoluzione del rapporto tra i due protagonisti: nel tratteggiare la quale il regista e sceneggiatore Ismael Ferroukhi, pur senza lasciarsi andare al buonismo, usa un tocco benevolo e lieve ad onta delle profonde differenze. Che si attenueranno grazie al contatto prolungato; così che Reda riesca a trovare qualcosa in cui riconoscersi nel tradizionalismo paterno; il vecchio possa cominciare ad accettare la trasformazione rappresentata dal figlio. Pur peccando di qualche lentezza e discontinuità, 'Il grande viaggio' è un film riuscito, gentile e fatto con amore." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 5 maggio 2006)