Un po' per caso, un po' per desiderio

Fauteuils d'orchestre

FRANCIA 2005
Parigi. Tre giorni nel lussuoso quartiere dell'Avenue Montaigne, tra sale da concerto, teatri, case d'aste e hotel esclusivi, dove si incrociano i destini di vari personaggi: l'acclamato pianista Jean-François Lefort e la moglie-manager Valentine, impegnati nell'organizzazione di un attesissimo concerto; la celebre attrice Catherine Versen, artista eclettica ed iperattiva, adorata da pubblico e critica, ma stressata e insoddisfatta in cerca del traguardo più ambizioso della propria carriera; Jacques Grumberg, facoltoso collezionista d'arte che sta per vendere all'asta il suo intero patrimonio, e suo figlio Frèdèric. Per tutti loro il punto d'incontro è il Bar des Theâtres dove lavora la cameriera Jessica, una ragazza di provincia giunta a Parigi per trovare lavoro dietro consiglio dell'arzilla nonna...
SCHEDA FILM

Regia: Danièle Thompson

Attori: Cécile de France - Jessica, Valérie Lemercier - Catherine Versen, Albert Dupontel - Jean-François Lefort, Laura Morante - Valentine Lefort, Claude Brasseur - Jacques Grumberg, Christopher Thompson - Frédéric "Fred" Grumberg, Dani - Claudie, Annelise Hesme - Valérie, François Rollin - Marcel, Sydney Pollack - Brian Sobinski, Daniel Benoin - Daniel Bercoff, Françoise Lepine - Magali Garrel, Guillaume Gallienne - Pascal, Christian Hecq - Grégoire Bergonhe, Julia Molkhou - Margot, Daniel Delfosse, Eric Moreau, Sabrina Ouazani - Rachida, Serge Bento, Caroline Morin - Costumista, Laurent Petitgirard - Direttore d'orchestra, Kaori Tsuji - Giornalista giapponese, Michel Vuillermoz - Félix, Susana Poveda - Truccatrice, Ahcène Nini - Tassista, Franck Amiach - Traduttore, Thierry Métaireau - Direttore di scena, Ève Ruggieri - Se stessa, Suzanne Flon - Sig.ra Roux, Simon de Pury - Simon de Pury, Marc Rioufol - Claude Mercier, Werner - Werner, Michèle Brousse, Laurent Mouton - Serge

Sceneggiatura: Danièle Thompson, Christopher Thompson

Fotografia: Jean-Marc Fabre

Musiche: Nicola Piovani

Montaggio: Sylvie Landra

Scenografia: Michèle Abbé-Vannier

Costumi: Catherine Leterrier

Durata: 106

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Produzione: THELMA FILMS, STUDIO CANAL, TF1 FILMS PRODUCTION, RADIS FILMS, CANAL +

Distribuzione: DNC ENTERTAINMENT

Data uscita: 2006-06-16

CRITICA
"Commedia molto borghese, disinvolta, francese, tra Lelouch e Sautet; ma anche delicata e accattivante: le cose della vita sono drammatiche ma sempre carine. E tutto in una notte. Come in 'Pranzo di Natale', Danièle Thompson allarga il traffico degli affetti e situa l'azione in un cafè per artisti in cui il destino raduna, in vista di una serata particolare, pianisti (un po' alla Bergman), attrici, collezionisti in crisi. Tre giorni in cui l'adorabile Cécile de France, cameriera di provincia impara quasi tutto della dolce vita. Divertente e velenoso (si parla anche della transalpina Bellucci come DeBeauvoir) il film lascia impronte sentimentali ovunque, crea alcuni personaggi post bohémienne accattivanti (la portiera all'ultimo spettacolo rievoca Distel e Bècaud), si diverte col cast di perfetto tempismo parigino, la Morante moglie-agente e Pollack come se stesso." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 9 giugno 2006)

"Se adorate Parigi, la commedia sentimentale francese, le favole alla Amélie, la torre Eiffel illuminata, i bistrot, la faccia disincatata di Claude Brasseur, il sorriso super-ingenuo di Cécile de France e il lieto fine tassativo, 'Un po' per caso un po' per desiderio' è il film per voi. Diretto dalla specialista Danièle Thompson, interpretato da un cast doc che schiera anche Valerie Lemercier, Sidney Pollack, Laura Morante (magnifica nella parte dell'implacabile moglie del pianista), il film mette in scena come in una pièce di Feydeau amori, illusioni, equivoci e nevrosi all'ombra di un teatro, con una spolverata di nostalgia per l'Olympia di ieri e qualche ammiccante frecciata contro riti e miti dello spettacolo di oggi. Il rischio della stucchevolezza è ahimé in agguato, ma l'insieme funziona e alcuni dialoghi sono divertenti. E Parigi è sempre Parigi." (Gloria Satta, 'Il Messaggero', 16 giugno 2006)

"La commedia francese - anzi parigina - più graziosa della stagione; il che non le impedisce di dire cose intelligenti, col tocco benefico della leggerezza. (...) Una semplice metafora attraversa il film di Danièle Thompson, sapientemente teso come un ponte tra sorriso e emozione: se è vero che la vita è teatro, ciascuno pensa che ci sia una poltrona migliore della sua e cerca di sedersi lì. Con esiti variabili. (...) Ma uno dei privilegi del cinema è proprio quello d'intensificare la vita, eliminando i tempi morti. Poiché la Thompson lo sa bene, la sua piccola commedia umana ne acquista in ritmo e agilità. Un'ottima compagnia di attori disegna caratteri mai caricaturali, in credibile equilibrio tra pregi e difetti." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 16 giugno 2006)

"Ancora una commedia parigina a tutti gli effetti, intrisa delle atmosfere, delle strizzatine d'occhio e delle compiacenze surreali care ai cultori del cinema francese. 'Un po' per caso un po' per desiderio' ('Fauteuils d'orchestre') può essere, così, classificato sia come chicca del genere scacciapensieri sia come film-gassosa con pretese di champagne: magari utilizzando come cartina al tornasole il personaggio guida, la sbarazzina provinciale a caccia di fortuna interpretata da Cécile De France con un festival di smorfiette da fare invidia all'Audrey Tautou di 'Amélie Poulain'. Il balletto (si fa per dire) impressionista si dispiega nell'esclusivo microcosmo di Avenue Montaigne, dove s'alternano eleganti edifici, ristoranti di lusso, prestigiosi teatri, affollate sale da concerti e il tipicissimo bistrot prescelto dalla regista Danièle Thompson per intrecciare i fili della sua favoletta. (...) L'andamento lento, il surplus di assoli ammiccanti, la fragilità delle giunture narrative e la strisciante antipatia degli attori, a cominciare dalla povera Laura Morante condannata alle parti di moglie isterica, rendono il tourbillon più manieristico che poetico, nonostante qualche dialogo armonioso e qualche punzecchiatura ad uso interno (come l'agghiacciante ipotesi d'affidare il ruolo di Simone de Beauvoir alla malsopportata e onnipresente Monica Bellucci)." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 17 giugno 2006)