Un medico, un uomo

The Doctor

USA 1991
Jack McKee, un brillante e spregiudicato chirurgo quarantenne, opera non lesinando battute e freddure agli assistenti anche nel momenti più drammatici di un intervento. Quando si accorge di avere un tumore alla gola diviene, suo malgrado, un paziente e deve subire analisi fastidiose, supponenza ed arroganza del medici, intralci burocratici. Tuttavia scopre i valori umani e la solidarietà tra malati: fra questi spicca la giovane June Ellis, la quale ha avuto la diagnosi di tumore cerebrale in ritardo per colpa dell'assicurazione, che non le ha consentito l'unico esame in grado di diagnosticarlo in tempo, perchè troppo costoso. Nonostante sappia di essere condannata, la donna ha una grande forza d'animo ed un atteggiamento positivo verso la vita ma soprattutto verso il prossimo. Jack è sposato con Anne, e da tempo il dialogo tra i due è ridotto a delle formule di convenienza. Entrambi sono impegnati nelle rispettive vicende professionali e la nuova situazione li costringe ad avvicinarsi, ma un invisibile barriera sembra sempre frapporsi alla sincerità del loro dialogo. Tra l'altro Anne interpreta male l'amicizia tra Jack e June, anche perchè, per distrarre la giovane, lui le offre un viaggio in aereo ed auto a nolo fino nel Nevada per assistere ad uno spettacolo cui ella teneva molto ed aveva perso per sottoporsi alla radioterapia. Ma invece di andare al concerto, si fermano a parlare nel deserto, e sulle rive di un lago improvvisano una danza. Costretto ad operarsi per il proliferare del tumore, Jack decide di troncare il rapporto con la gelida otorino che lo ha in cura ed affidarsi ad un collega rivale, l'ebreo Eli Blumfield, col quale ha avuto dissapori in passato, ma che ora vede in una luce ben diversa. Sarà Blumfield ad operarlo ed a salvarlo: June muore ma lascia a Jack una lettera con un apologo, in cui lo invita ad aprirsi sinceramente al prossimo, se vorrà essere veramente felice. Riconquistato il rapporto con la moglie, Jack ritrova anche la voce, e ritorna ai propri compiti di chirurgo. Nel ricordo di June i suoi rapporti con i pazienti acquistano tratti comprensivi e dimensioni di umana pietà.
SCHEDA FILM

Regia: Randa Haines

Attori: Stephen Moore - Dominic, Sue Rihr - Shirley, Mandy Patinkin - Murray, Bruce Jarchow - Jim, Charlie Korsmo - Nicky, Brian Markinson - Michael, Millie Slavin - Inermiera Jane, Kyle Secor - Alan, Bill Macy - Al Cade, Elizabeth Perkins - June, Renee Victor - Lucy, Nancy Parsons - Laurie, Nicole Orth-Pallavicini - Sarah, Richard McKenzie - Sig. Richards, Cynthia Mason - Barbara, John Marshall Jones - Anthony, William Marquez - Sig. Maris, Gregor Hesse - Max, Ken Lerner - Pete, Nelly Leonard - Nancy, Laurie Lathem - Kristin, Christine Lahti - Anne, Millie Slavin - Carrie, William Hurt - Jack, Ping Wu - Jay-Jay, Denis Heames - Paziente Giovane, Breon Gorman - Madre Di Joey, J.E. Freeman - Ralph, Tony Fields - Roger, Wendy Crewson - Leslie Abbott, Adam Arkin - Eli, Adam Wyllie - Joey, Maria Tirabassi - Lonnie, Dott. Keith Polk - Joe

Sceneggiatura: Robert Caswell

Fotografia: John Seale

Musiche: Michael Convertino

Montaggio: Lisa Fruchtman, Bruce Green

Durata: 124

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: normale a colori

Tratto da: tratto dal libro 'A taste of my own medicine' (ed. Rosenbaum)

Produzione: LAURA ZISKIN

Distribuzione: WARNER BROS. ITALIA (1992) - TOUCHSTONE HOME VIDEO

CRITICA
William Hurt riesce a disegnare i tratti con indubbia sensibilità, riuscendo in parecchi momenti, a vincere con la sua sobrietà, le insistenze eccessive e gli accenti marcati sia del testo sia della regia. (Gian Luigi Rondi, Il Tempo) William Hurt persino in una storia simile, persino appesantito com'è, resta molto bravo, affascinante, e in certi momenti persino la sua nuca indifesa, desolata, risulta più eloquente alla faccia di tanti altri. (Lietta Tornabuoni, La Stampa) Il film resta a mezzo servizio fra l'etica professionale, la denuncia del sistema e i processi di famiglia, con triple e oneste razioni di banalità. (Maurizio Porro, Il Corriere della sera) Grandissimo William Hurt, asciutto e intenso, calibrato e magnetico. (Alberto Castellano, Il Mattino)