Tutta colpa di Voltaire

La faute à Voltaire

FRANCIA 2000
La famiglia Brahimi a Tunisi ha, come al solito, un risveglio movimentato. Le donne preparano i bambini per la scuola e riordinano la casa, il primogenito Jallel, di ventisette anni, va in centro a vendere sui marciapiedi ogni sorta di mercanzia. Quel giorno incontra Mahmoud, un conoscente espulso dalla Germania che lo spinge ad acquistare un passaggio clandestino nella stiva di un mercantile. Jallel, novello Candide, si imbarca per la Francia alla ricerca di un'occasione che lo porti verso il benessere. Con un passaporto falso in tasca, si trova, invece, a condividere la vita e la solidarietà degli esclusi, i miserabili di una ricca capitale europea. Quando, dopo varie avventure, sembra aver trovato un po' di pace, verrà rimpatriato dalla polizia.
SCHEDA FILM

Regia: Abdellatif Kechiche

Attori: Sami Bouajila - Jallel, Élodie Bouchez - Lucie, Aure Atika - Nassera, Bruno Lochet - Franck, Carole Franck - Barbara, Sami Zitouni - Nono, Manuel Le Lievre - André, François Genty - Paul, Olivier Loustau - Antonio, Virginie Darmon - Leila, Jean-Michel Fête - Philippe

Soggetto: Abdellatif Kechiche

Sceneggiatura: Abdellatif Kechiche

Fotografia: Marie-Emmanuelle Spencer, Dominique Brenguior

Montaggio: Annick Baly, Tina Baz

Scenografia: Quentin Prevost

Durata: 131

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Specifiche tecniche: 35 MM. (1:1,85)

Produzione: JEAN-FRANÇOIS LEPETIT PER FLACH FILM, PARIS

Distribuzione: MIKADO

Data uscita: 2001-07-13

NOTE
- PREMIO VENEZIA OPERA PRIMA "LUIGI DE LAURENTIIS" ALLA 57^ MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA (2000) DOVE IL FILM E' STATO PRESENTATO NELLA SETTIMANA DELLA CRITICA PROMOSSA DAL SINDACATO NAZIONALE CRITICI CINEMATOGRAFICI (SNCCI).
CRITICA
"Il regista Abdel Kechiche, esordendo dietro la macchina da presa dopo una ventennale attività a Parigi come attore, pur mostrando una indubbia attenzione alle tematiche 'civili', ha soprattutto privilegiato le storie con le due donne (...) Svolte entrambe con un realismo accentuato che sfiora il naturalismo, mentre attorno il quotidiano di tutti quegli immigrati finisce per essere esposto con modi solo cronachistici, privi molto spesso di segni psicologici. Riscatta però in parte questi scompensi - narrativi e di gusto - il disegno molto attento del personaggio centrale, proposto come una figura meritevole di partecipazione e simpatia". (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 14 luglio 2001)