Tra(sgre)dire

ITALIA 2000
Carla, ventenne veneziana, entra in un'agenzia immobiliare a Londra: cerca un appartamento da affittare per Matteo, lo studente di cui è innamorata e che al più presto la raggiungerà nella capitale londinese. Moira, la titolare dell'agenzia, è colpita dall'avvenenza di Carla e la invita a casa propria. Carla tace tutto a Matteo che però, preso da dubbi e gelosie, le dice per telefono che intende rinunciare al viaggio a Londra. Carla, molto delusa, per reazione accetta anche la corte di Mario, l'ex marito di Moira, nel corso di una festa del tutto particolare. A Venezia Matteo però non resiste e parte senza dire niente. Quando di sorpresa raggiunge Carla a Londra, sfoga la rabbia ma alla fine, trascinato da lei e dalle persone che Carla ha conosciuto, capisce che, se il saperla con un altro lo fa impazzire di gelosia, proprio la gelosia lo rende folle di desiderio per lei. Così Matteo chiede a Carla di giurare che gli mentirà per sempre.
SCHEDA FILM

Regia: Tinto Brass

Attori: Yuliya Mayarchuk - Carla, Jarno Berardi - Matteo, Francesca Nunzi - Moira, Max Parodi - Mario, Mauro Lorenz - Bernard, Leila Carli - Nina, Vittorio Attene - Luca, Antonio Salines - Padre

Soggetto: Tinto Brass

Sceneggiatura: Silvia Rossi, Nicolaj Pennestri, Tinto Brass, Carla Cipriani, Massimiliano Zanin

Fotografia: Massimo Di Venanzo

Musiche: Pino Donaggio

Montaggio: Tinto Brass

Scenografia: Carlo De Marino

Costumi: Stefano Giovani, Cesare Tanoni

Altri titoli:

Trasgredire

Durata: 92

Colore: C

Genere: GROTTESCO

Produzione: PINO GARGIULO PER LA C.R.C.

Distribuzione: LION PICUTRES

Data uscita: 2000-01-28

NOTE
- REVISIONE MINISTERO GENNAIO 2000.

- METRI: 2500.
CRITICA
"Il tempo passa, il mondo cammina e Tinto Brass, che nel cinema sessuale è sempre stato un atnesignano, viene raggiunto e superato da cineasti più algidi o cervellotici privi magari della sua passione erotica e della sua bravura registica. Il suo nuovo film loda il trdimento amoroso e la menzogna con una bellissima Yulika Mayarchuk". (Irene Bignardi, 'la Repubblica', 3 febbraio 2000)