The Snapper

GRAN BRETAGNA 1993
Benvenuti nella scompigliata famiglia Curley. Il capofamiglia è Dessie Curley, imbianchino al quale piace imbiancarsi. La casa in realtà è governata da sua moglie Kay, una donna sulla quarantina vivace e piena di risorse, cosa buona per lei, anche perchè ha molto da fare - non ultimo, occuparsi dei suoi sei figli. Questa tipica, allegra, rumorosa, compatta famiglia irlandese è colpita da una "bomba" allorchè Sharon, un bel mattino, annuncia di essere incinta. A peggiorare la situazione, il suo rifiuto di rivelare il nome del padre. Alle amiche del pub, Sharon racconta che il padre del bambino è un marinaio spagnolo. Ma starà dicendo la verita?
SCHEDA FILM

Regia: Stephen Frears

Attori: Colm Meaney - Dessie, Tina Kellegher - Sharon, Ruth McCabe - Kay, Pat Laffan - George, Virginia Cole - Doris Burgess, Ciara Duffy - Kimberley, Stuart Duine - Bertie, Joanne Gerrard - Lisa, Eanna MacLiam - Craig, Karen Woodley - Yvonne, Denis Menton - Pat Burgess, Fionnula Murphy - Jackie, Deirdre O'Brien - Mary, Colm O'Byrne - Darren, Peter Rowen - Sonny, Ronan Wilmot - Paddy, Brendan Gleeson - Lester

Soggetto: Roddy Doyle

Sceneggiatura: Roddy Doyle

Fotografia: Oliver Stapleton

Montaggio: Mick Audsley

Scenografia: Mark Geraghty

Costumi: Consolata Boyle

Altri titoli:

The Snapper (Il poppante)

Durata: 94

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Specifiche tecniche: PANORAMICA A COLORI

Tratto da: romanzo di Roddy Doyle

Produzione: LYNDA MYLES PER BRITISH BROADCASTING CORPORATION (BBC)

Distribuzione: MIKADO FILM

NOTE
- REVISIONE MINISTERO APRILE 1994.
CRITICA
Più che la fede, il centro dell'esistenza degli abitanti di Barrytown sembra ormai essere la birra: e il tempo dirà se è un bene o un male. Girato alla brava dal britannico Stephen Frears, in intelligente equilibrio pendolare fra le locupletanti produzioni hollywoodiane tipo "Eroe per caso" e i filmetti continentali che si fanno per il gusto di farli, "The Snapper" si articola in una serie di quadri veloci, genere "comic stripes" o scenette del vecchio varietà. Impossibile tuttavia non cogliere uno spessore meno effimero nel rapporto fra padre e figlia che attraversa varie fasi tutte credibili: finchè nell'avvicinarsi del parto Dessie si atteggia sempre più come un padre di complemento della nipotina nascitura, che Sharon battezzerà Georgia in una specie di sberleffo al vecchio seduttore. Tina Kellegher è un'attrice coi fiocchi e Colm Meaney, nella parte del padre, è un vero uomo-orchestra, un interprete di esperienza teatrale che in un attimo ti porta dal riso alla lacrima secondo le sperimentate alchimie dell'Isola Verde dall'Abbey Theatre a John Ford. Sicchè The Snapper, al di là del divertimento garantito, lascia allo spettatore un retrogusto amarognolo, un sentimento pietoso verso la gente che nasce, vive e muore in quel piccolo universo di periferia." (Il Corriere della Sera, Tullio Kezich 16-12-93)

Potrebbe essere una tragedia e invece è una commedia, una delle più divertenti e commoventi insieme degli ultimi anni. Divertente per il brio e i dialoghi irresistibili di Roddy Doyle, l'autore di The Commitments, 35 anni e una fama già solida di cantore delle classi popolari irlandesi al suo attivo (segnatevi questo nome, in Italia i suoi romanzi li pubblica Guida). Così come Frears, di ritorno in Europa, unisce il massimo del realismo (ambienti, personaggi, linguaggio) al deliberato irrealismo dei comportamenti. E' la fusione degli opposti, la capacità di cogliere con un solo sguardo l'intolleranza, il conformismo, l'ottusità del mondo, e i tesori di affetto e generosità che si nascondono fra le mura di casa. E' bello che dopo tanto divismo Frears abbia scovato un gruppo di attori sconosciuti e fenomenali. Ma l'applauso lo strappa Colm Meaney, che a forza di vitalità, buonumore, energia, riabilita a pieni voti una delle figure più vituperate: il Padre. (Il Messaggero, Fabio Ferzetti 13-12-93)

The Snapper ("il marmocchio", in slang) è un film tv targato Bbc che non aspira a essere il capolavoro che molti, dopo l'affollata anteprima alla "Quinzaine" di Cannes, hanno voluto vedervi. Ma certo è uno splendido esempio di come si possa fare cinema per la televisione, coniugando intrattenimento brillante e realismo sociale, basso costo e alta qualità. Fa bene Stephen Frears, reduce da Eroe per caso (mal accolto negli Usa), a non considerare "The Snapper" come una sorta di "ritorno a casa" dopo la parentesi hollywoodiana, anche se è probabile che gli estimatori di" My Beautiful Laundrette" troveranno in questa commedia scanzonata la conferma di un talento britannico poco in linea con gli standard dello studio system americano. (L'Unità, Michele Anselmi 11-12-93)

A dispetto del pretesto narrativo, anche drammatico, il film assume fin dalle prime battute un andamento da commedia paesana. Stephen Frears, qualche volta tentato dallo snobismo intellettuale, adesso guarda alle proprie origini, a un momento storico nel quale si credeva di poter forzare il mondo con una battuta, con l'apoteosi di uno scapestrato. Frears si immerge in un interno operaio, e lo intende e lo rende con una freschezza di accenti ormai poco comune fra i cineasti. Così "The Snapper", film di costo ridotto, finisce per dire di più e, meglio, di tanti colossi in circolazione. Quel colorato sobborgo irlandese, pur avendo proprie caratteristiche, diventa una finestra sul mondo operaio, sul "fondo" cattolico che tanti si portano dentro, spesso cancellati da molto cinema recente. (L'Avvenire, Francesco Bolzoni 18-12-93)